Agricoltura, edilizia, fitodepurazione e mille altri ambiti. Ormai la cenere vulcanica dell’Etna è oggetto di studi e ricerche, e crescono i possibili impieghi, le idee e i progetti. In attesa delle norme attuative che permetteranno il riuso della cenere e finalmente dimenticare lo smaltimento come rifiuto speciale, si concretizzano iniziative per l’uso concreto nell’ambito dei beni culturali e dei materiali innovativi. Ne abbiamo parlato con Claudio Finocchiaro, assegnista del dipartimento di scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania. Finocchiaro fa parte del progetto “Agm for Cuhe”, che sta per Advanced green materials for cultural heritage che riguarda lo studio di materiali avanzati per il restauro di beni culturali e ha anche vinto una borsa di studio dell’Accademia dei Lincei per un progetto relativo alla realizzazioni di mattoni refrattari. Guarda il video
Materiale innovativo e sostenibile
Il progetto Agm, ha spiegato Finocchiaro, è stato finanziato dal programma Pon 2014-2020 e si concluderà a breve. La direzione scientifica del progetto è dei docenti Germana Barone e Paolo Mazzoleni. Oltre a quello della cenere vulcanica prevede anche l’uso di scarti ceramici, in un’ottica di sostenibilità ambientale e di economia circolare. Con questi materiali e una particolare soluzione alcalina si crea un nuovo materiale a “consolidamento naturale, senza cottura e senza uso di acqua e cemento, con abbattimento delle emissioni” climalteranti in atmosfera.
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Il restauro nel Duomo di Monreale
In sostanza, dice Finocchiaro, si produce un materiale che può essere impiegato in vari tipi di restauro. Nella foto in alto e nella gallery qui sotto, un esempio della ricostruzione della parte mancante di un mosaico antico nel Duomo di Monreale. Questi materiali sono anche in fase di test per verificare la resistenza alle sollecitazioni meccaniche e l’uso per il recupero di beni culturali in aree sismiche come Catania e la Sicilia orientale. La prospettiva è quella di utilizzare questi materiali su grande scala e in quel caso è necessario avere regole chiare per l’approvvigionamento della cenere vulcanica. A questo proposito è già stato fissato per fine febbraio 2022 un evento per discutere questi temi anche con enti locali e istituzioni.
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Mattonelle refrattarie nei forni di Catania
Il primo marzo Claudio Finocchiaro è atteso in Francia, a Limoges per sviluppare un progetto di ricerca finalizzato all’utilizzo della cenere vulcanica per la realizzazione di mattoni refrattari all’Institut de recherche sur les céramiques (Ircer) , sotto la supervisione della prof.ssa Sylvie Rossignol. La borsa di studio assegnata dall’Accademia nazionale dei Lincei è prevista per cinque mesi. In questo periodo il ricercatore catanese farà dei test per verificare la possibilità di realizzare con la cenere vulcanica mattoni refrattari. Una applicazione che potrebbe avere anche ricadute locali, a chilometro zero: “Visto il grande sviluppo della ristorazione a Catania, si potrebbero utilizzare come rivestimento dei forni. In questo modo avrebbero la cromia del territorio lavico”.