Nella giornata internazionale della meteorologia abbiamo parlato con un grande meteorologo, esperto di Etna, di cenere vulcanica e delle implicazioni delle emissioni dei vulcani nell’ambito dell’aeronautica. Un settore in cui il tenente colonnello Franco Colombo, del servizio meteo dell’aeronautica militare ha grande esperienza. Colombo attualmente sta lavorando alla realizzazione di un modello meteo ad alta risoluzione proprio per migliorare le previsioni che riguardano l’Etna. Un progetto a cui partecipano l’Ingv Osservatorio Etneo di Catania, e le Università di Messina e Catania.
Previsioni affidabili e aggiornate
Previsioni importantissime, essenziali per garantire la sicurezza del traffico aereo, militare e anche civile: “C’è la necessità di affinare i modelli meteorologici – dice Colombo – per garantire previsioni più precise e affidabili. Stiamo lavorando per mettere a punto un modello che sia basato su una griglia di 1 km di lato, anziché di 9 chilometri come viene fatto attualmente dal modello europeo”. Questo significa un maggiore dettaglio e affidabilità della previsione, soprattutto per quanto riguarda la dispersione del materiale vulcanico in atmosfera.
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L’incidente al volo Catania – Malpensa
Negli anni duemila la mancanza di uno strumento di previsione creò enormi problemi al traffico aereo a Catania in occasione dei eruzione e parossismi dell’Etna. È rimasto nella memoria il caso di un aereo in volo da Catania a Malpensa che fu costretto a rientrare a Fontanarossa per problemi creati da cenere e lapilli. Oggi invece le migliori conoscenze e una diversa organizzazione consentono di volare in sicurezza. Anche in periodi come quello attuale, caratterizzato da frequenti parossismi del vulcano, la gestione dello spazio aereo consente di evitare chiusure totali e disagi. “Può tuttavia capitare che un aereo sia costretto magari ad atterrare in un altro scalo, ma voglio sottolineare che eventuali disagi sono necessari per garantire l’assoluta sicurezza dei passeggeri”.
Primo obiettivo la sicurezza
Difficile fare un confronto tra le eruzioni dell’Etna e l’eruzione del vulcano islandese che dieci anni fa mise in ginocchio il traffico areo in tutta Europa: “Sono eruzioni molto diverse, e malgrado la colonna di cenere prodotta dal nostro vulcano raggiunga spesso anche i 12 chilometri di altezza – spiega Colombo – si tratta sempre di parossismi di breve durata e la cenere si disperde rapidamente. Ma l’attuale eruzione del vulcano in Islanda non crea alcuna preoccupazione”.