Nei primi sei mesi del 2019 arrivano “ampi segnali negativi” dall’export siciliano. Lo scrive l’Istat che stima un calo del 17,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018. Non consola che altre due regioni del Sud facciano peggio: le esportazioni della Calabria sono calate del 22 per cento, quelle della Basilicata del 19,5 per cento. Nel periodo gennaio-giugno, il quadro italiano è misto. L’Istituto nazionale di statistica rileva un “sostenuto incremento” per il Centro Italia (17,4 per cento) e “più contenuto” per il Sud (+2,5 per cento) e il Nord-est (+1,5 per cento). Il Nord-ovest subisce invece una contrazione di 1,1 punti percentuali. Male le isole, con l’export giù dell’11,9 per cento. Lo scenario è eterogeneo anche nel secondo trimestre. Le esportazioni di Sud e Isole sono cresciute del 4 per cento, quelle del Centro del 5 per cento. Il Nord-est e il Nord-ovest registrano una flessione, rispettivamente dello 0,6 e dello 0,4 per cento.
I prodotti che trainano l’export siciliano
Guardando il dettaglio dei dati siciliani nei diversi settori di attività economica, si notano tanti meno e qualche più. L’export è trainato dagli autoveicoli con un aumento del 166,2 per cento a fronte, però, di un calo dell’81,8 per cento dei mezzi di trasporto. Bene anche i prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento che segnano un più 145,2 per cento e computer, apparecchi elettronici e ottici con una percentuale positiva pari al 52,7. La voce “altri prodotti” segna un aumento del 24,3 per cento. Tra i prodotti con segno più troviamo anche quelli per l’estrazione di minerali da cave e miniere (7,4 per cento); quelli in legno e carta stampata (5,5 per cento); i prodotti di carta, per la stampa e della riproduzione di supporti registrati (17,7); gli articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (12,4 per cento); i settore di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (7,4) quelli in gomma (9,2) e Macchine ed apparecchi n.c.a. (non classificati altrove, ndr.) (10 per cento).
Pesanti i segni negativi
I segni negativi registrati sono importanti. Nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca si contano 10,1 punti percentuali in meno e in quello delle attività manifatturiere 18,2. In particolare diminuisce l’export per i prodotti tessili e dell’abbigliamento (meno 38,9 per cento), gli articoli in pelle e simili (meno 53 per cento), le sostanze e i prodotto chimici (meno 35,5 per cento) e gli apparecchi elettrici (meno 10,6 per cento).