Il gasdotto di Porto Empedocle non si farà, il Tar Sicilia ha messo la parola fine sulla realizzazione dell’opera. La costruzione dell’impianto era già stata autorizzata ed era previsto anche un anno di conclusione dei lavori, scaduto nel 2020. Lo stop del Tar ha messo una pietra tombale sull’opera su cui è titolare Snam.
Rigassificatore inserito nel Pniec
Il gasdotto è parte della rete che “dialogherà” il rigassificatore di Porto Empedocle. Su quest’opera, lo scorso settembre il presidente della Regione Renato Schifani aveva incontrato a Roma il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, ricevendo rassicurazioni sull’inserimento del gasdotto di Porto Empedocle nel Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima). Un passaggio che ha coinvolto l’Europa, mentre si attende un altro intervento, fondamentale, a livello nazionale: l’inserimento del rigassificatore tra le opere di interesse strategico nazionale. Secondo quanto appreso, ci sono ottime possibilità che questo avvenga. Il rigassificatore di Porto Empedocle, insieme a quello di Gioia Tauro, è considerato un tassello centrale per stoccare in Sicilia 8 miliardi di metri cubi di gas.
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Legambiente: “Impianto anacronistico”
“Il gasdotto di Porto Empedocle insieme a tutti gli impianti e infrastrutture per il gas fossile, è ormai anacronistico poiché continuerebbe a promuovere l’estrazione e la combustione di gas per riscaldare o generare energia elettrica – hanno dichiarato la responsabile Energia e Clima di Legambiente Sicilia, Anita Astuto, e la responsabile del Circolo Legambiente Rabat di Agrigento Daniele Gucciardo – . Questo ritarderebbe il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione per la nostra regione e il nostro paese”. Legambiente si era già opposta all’opera, evidenziando anche conflitti evidenti e insormontabili con i vincoli di tutela paesaggistica, idrogeologica ed archeologica. Da parte sua Snam è pronta a fare ricorso.