Mentre a Roma si legifera sull’anno scolastico sospeso per quarantena (tutti promossi per decreto e rinvio dei debiti da recuperare al prossimo anno), l’Istat pubblica un report sull’accesso dei giovani alla tecnologia: sono pochi o pari a zero gli strumenti informatici. Così come le competenze digitali. C’è scarsa voglia di leggere e ci sono case sovraffollate. La Sicilia è poi fanalino di coda, insieme alla Calabria.
Al Sud 4 giovani su 10 non hanno pc o tablet
Se la valutazione della didattica a distanza influenzerà il voto scolastico, così come appena stabilito dal ministero dell’Istruzione, gli studenti del Sud saranno di certo svantaggiati. Non tutti, infatti, possono avvalersi della didattica online. Il 70 per cento delle famiglie con solo persone anziane (di 65 anni e più) non ha dispositivi. Così fare i compiti a casa utilizzando un computer o seguire gli insegnanti a distanza diventa complicato per molti studenti. Se per la media nazionale il 34 per cento delle famiglie non ha un computer o un tablet in casa, al Sud si sale al 41 per cento. Si contano circa 850 mila giovani tra i 6 e i 17 anni senza dispositivi, 470 mila di questi nel Mezzogiorno. In Sicilia, in particolare, il 44 per cento delle famiglie non ha pc o tablet. Significa che quasi la metà delle famiglie non è collegata. Seguire una lezione online diventa dunque un privilegio.
Dispositivi insufficienti per ogni componente
Le cose vanno peggio nei piccoli centri e un pochino meglio se si guarda alle sole famiglie con minori o al titolo d’istruzione. Più i genitori sono istruiti e più dispositivi sono a disposizione. Ma anche qui le differenze territoriali sono notevoli. Se solo il 6 per cento delle famiglie della Lombardia con minori in casa non ha un pc o tablet, al Sud Istat segnala oltre il 21 per cento dei casi. E quando il computer o il tablet c’è è uno solo, ovvero “insufficiente rispetto al numero di componenti”. Al Sud il 26 e mezzo per cento ha a disposizione un numero di pc e tablet per meno della metà dei componenti. In alcune realtà del Nord come Trento, Bolzano, in Lombardia ma anche nel centrale Lazio, la quota sale al 70 per cento. Le famiglie che riescono a garantire almeno un dispositivo per ogni componente al Sud sono il 14 per cento. A Nord il 26.
Leggi anche – Scuole chiuse fino al 3 aprile
Didattica a distanza difficile da attuare
In tale contesto attuare la didattica a distanza, obbligatoria in periodo di quarantena, è complicato. Pochi giorni fa sono stati distribuiti alcuni tablet a circa 350 scuole siciliane, acquistati con un contributo regionale. Altri 9 milioni di euro sono stati stanziati per queste finalità, dal governo nazionale, ma non basta. Ne è consapevole anche l’assessore regionale all’istruzione Roberto Lagalla che annuncia: “nel futuro occorrerà investire nella scuola digitale per assicurare a tutti pari opportunità di accesso e di utilizzazione dei nuovi strumenti digitali, così come sarà necessario potenziare la specifica formazione degli insegnanti in materia di formazione a distanza”.
Scarse competenze digitali
Non avere i dispositivi significa anche non saperli usare o saperlo fare poco. Istat segnala che meno di un giovane su tre (700 mila ragazzi) ha alte competenze digitali, il 3 per cento non ne ha nessuna e circa i due terzi hanno competenze digitali basse o di base. Tendenzialmente sono più preparate le ragazze rispetto ai ragazzi, ma anche in merito al sapersi districare tra le pagine della tecnologia ci sono differenze territoriali. I giovani più preparati (36 per cento) abitano nell’Italia nord-occidentale, ma anche quelli più numerosi che non hanno nessuna competenza (3,8). I meno preparati sono nelle isole (il 18 per cento ha alte competenze). Numerosi (3,7) anche quelli senza competenze digitali. Nel mezzo ci sono i giovani del Nord-Est (34 per cento con alta preparazione e 2,4 nessuna), del Centro (31 per cento alta e 2,6 nessuna) e del Sud (26 per cento alta e 2,6 nessuna). Inversa è la tendenza quando si parla di basse competenze. Le isole sono al primo posto con il 46 per cento dei giovani e il Sud al secondo con il 36 per cento. In terza posizione c’è il nord-orientale (35) seguito da quello occidentale (29). Al Centro solo il 26 per cento dei giovani ha basse competenze, la maggior parte, il 40 per cento, conosce in modo basico la tecnologia.
Leggi anche – Sicilia, bambini ai margini. Il rapporto di Save the children
In Sicilia pochi libri e case affollate
La Sicilia è ultima anche per quanto riguarda la lettura. Con il 32 per cento di giovani tra i 6 e i 17 anni che hanno dichiarato avere letto almeno un libro nell’ultimo anno, è sotto la media del Sud (39,4) e lontana dalla media nazionale (52). Anche in questo caso, come per la disponibilità della tecnologia, un alto livello d’istruzione dei genitori fa la differenza. “Legge il 67 per cento dei ragazzi che vivono in famiglie in cui almeno uno dei due genitori è laureato, ma la quota scende al 37,7 se i genitori hanno conseguito al massimo la scuola dell’obbligo”. Il disagio abitativo, poi, influisce su digitalizzazione e propensione alla lettura. Il 28 per cento delle persone vive in condizioni di sovraffollamento abitativo. Percentuale che sale a 42 per i minori.