Dagli oltre 6.800 reperti sequestrati a Cagliari a febbraio alle antiche porte di sagrestia e bassorilievi trafugati dalle chiese e ritrovati in ville private. Dai capannoni con 150 mila quintali di documenti storici dell’Inps “tenuti in ostaggio” da una ditta privata, ai 147 volumi del 19esimo secolo riapparsi a Santo Stefano di Camastra o alle 575 monete di epoca romana ritrovate a Monza. E ancora manoscritti, frammenti, false opere d’arte. La ricettazione dei reperti d’arte è un mondo sommerso, tecnologico e di certo molto appetibile, se si considera quel che viene rappresentato dalle operazioni del Nucleo Tutela patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri. Secondo i dati della relazione 2022, i “Carabinieri dell’Arte” si sono occupati di 333 furti, hanno recuperato 22 mila beni per un valore di 84 milioni di euro, hanno eseguito 700 controlli in mercati e fiere dell’antiquariato, hanno arrestato sette persone in flagranza di reato e sei su incarico dell’autorità giudiziaria, hanno denunciato quasi 300 persone per furto o associazione per delinquere e i casi sui quali hanno lavorato riguardano oltre 4.100 oggetti trafugati da luoghi di culto o abitazioni private. Lombardia e Lazio sono le regioni prese maggiormente di mira dai ladri.


Leggi anche – I giovani universitari diventano restauratori di opere d’arte cartacee
Una banca dati con 1,4 milioni di reperti d’arte trafugati
L’azione operativa del Nucleo tutela patrimonio culturale si avvale della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti“, uno strumento informatico di eccellenza a livello mondiale, che ha catalogato 1,4 milioni di beni trafugati italiani ed esteri. L’Arma collabora con Università e Fondazioni e con le forze di polizie estere. Opera con la propria task force “Caschi blu della Cultura” in aree di crisi, per la salvaguardia del patrimonio culturale. Interviene in aree colpite da calamità naturali per mettere in sicurezza o recuperare le opere d’arte. “In più di 53 anni di storia, i Carabinieri dell’arte hanno recuperato oltre tre milioni di beni culturali, restituiti ai legittimi proprietari, sia in Italia che all’estero”, ha ricordato il comandante nazionale Vincenzo Molinese, per il quale quest’esperienza “è il frutto di un lungo percorso caratterizzato anche da aggiornamenti del panorama giuridico interno e internazionale”.


Leggi anche – Fundraising, l’arte di trovare risorse per rilanciare la cultura tra dono e passione
Siti-civetta dei Carabinieri per trovare i ricettatori
Molinese si riferisce alla disciplina penale in materia di beni culturali, innovata proprio nel 2022. A febbraio è entrata in vigore nell’ordinamento nazionale la Convenzione del Consiglio d’Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali (Convenzione di Nicosia del 2017). Lo scopo è prevenire e combattere la distruzione, il danneggiamento e il traffico illecito, oltre che rafforzare la cooperazione nazionale e internazionale contro i crimini del settore. Con la ratifica del Trattato, è stata approvata la Legge 22/2022, che ha ridefinito l’assetto normativo nazionale e inserito nel Codice penale uno specifico titolo. Con le nuove disposizioni, sono state introdotte aggravanti e inasprite le sanzioni per le condotte illecite. I Carabinieri possono contare su un nuovo strumento operativo: è stata infatti estesa la possibilità di operare “sotto copertura” anche per i delitti di riciclaggio e autoriciclaggio dei beni culturali. Così, i militari sfruttano la tecnologia e possono aprire siti web civetta nelle reti telematiche, fare attività di intermediazione, simulare acquisti di beni. Gli effetti nel 2022 ci sono stati: quasi 5.000 beni recuperati dal web, un calo dei furti registrati – i criminali sono stati scoraggiati dai nuovi strumenti – e una decina di arresti di tombaroli e ricettatori, in flagranza di reato, tra Sicilia e Campania.


Leggi anche – Alluvioni, in Sicilia 21 siti inquinanti a rischio. Minacciati 1.400 beni culturali
Dal Codice Antimafia all’intelligenza artificiale
I patrimoni illeciti in ambito culturale sono talvolta ricondotti anche alla criminalità organizzata. Lo si evince dalla proposta, avanzata proprio dai “Carabinieri dell’Arte”, di inserire nel Codice Antimafia (Dlgs 159/2011) anche i nuovi reati di ricettazione, impiego, riciclaggio e autoriciclaggio di beni culturali. Aumenterebbe così la pericolosità sociale di chi è coinvolto in fattispecie criminose, “si potrebbero applicare ulteriori misure di prevenzione personale e patrimoniale, si completerebbe l’efficacia del sistema di aggressione ai patrimoni illeciti nel campo culturale”, come spiega la relazione dell’Arma. Un’altra interessante iniziativa è poi il progetto Horizon Europe dell’Ue, che interessa anche i militari italiani. Serve a potenziare la capacità operativa delle forze di polizia e punta a realizzare, tra l’altro, una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale, in grado di identificare le reti criminali, seguirne l’evoluzione e fornire agli investigatori informazioni preziose. La tecnologia parte proprio dall’analisi delle relazioni e delle interazioni in rete tra le persone. I Carabinieri dell’Arte potranno frugare anche in queste maglie.