In una fase congiunturale particolarmente delicata l’incasso dei crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni fornisce al sistema produttivo liquidità essenziale per la continuità della gestione. L’economia siciliana ha subito un drammatico calo di fatturato e secondo i calcoli del dell’osservatorio di Cribis le imprese hanno urgente necessità di circa 1,2 miliardi di liquidità ma, nonostante i progressi degli ultimi anni, le amministrazioni pubbliche siciliane (Regione, enti locali e loro enti e società strumentali, enti del servizio sanitario) hanno accumulato notevoli ritardi nel pagamento dei propri debiti nei confronti delle imprese che, secondo stime informali delle associazioni rappresentative delle categorie produttive, ammonterebbero a circa 3 miliardi di euro. Il congelamento di questa ingente mole di risorse indebolisce la struttura finanziaria delle imprese e determina diffusi stati di insolvenza, che si propagano rapidamente all’intero sistema economico e sociale provocando riduzione dell’occupazione, aumento della povertà, contrazione dei consumi.
Simili criticità potranno in parte essere attenuate dalle misure adottate dal Governo nazionale e da quello regionale per fornire liquidità alle attività produttive, per lo più attraverso agevolazioni per l’accesso al credito bancario; tuttavia si tratta pur sempre di liquidità derivante da indebitamento, mentre l’incasso dei crediti nei confronti degli enti pubblici consentirebbe alle imprese di beneficiare di risorse proprie, a costo zero. Ed in ogni caso appare paradossale che le amministrazioni pubbliche stanzino ingenti risorse per fornire liquidità alle imprese attraverso le banche ma non paghino i propri debiti, che potrebbero adempiere prevalentemente con somme già stanziate o accantonate in bilancio. I debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche rappresentano, infatti, una patologia di un sistema che, nonostante le numerose riforme, non riesce a trasformare le spese stanziate in bilancio in pagamenti effettivi a causa delle carenza di risorse, dell’inefficienza amministrativa, della complessità delle procedure contabili e della diffusione di prassi finanziarie disinvolte che consentono agli enti pubblici di spendere più di quanto in realtà si possa e di assumere obbligazioni senza aver preventivamente adottato il relativo impegno di spesa e senza garanzia di copertura finanziaria (debiti fuori bilancio).
Le nuove regole contabili dovrebbero ridurre il rischio di insolvenza e di “disavanzi occulti” delle amministrazioni pubbliche, garantendo la liquidità necessaria a far fronte alle obbligazioni anche in caso di riduzioni di entrate o incrementi di spese imprevisti, ma la Corte dei conti ha rilevato che gli strumenti di sana gestione sono stati attuati solo parzialmente. La compensazione tra debiti fiscali e contributivi delle imprese e crediti nei confronti degli enti pubblici avrebbe potuto attenuare l’impatto della morosità delle amministrazioni siciliane, ma di fatto non è riuscita a ridurre l’entità del problema a causa degli intoppi burocratici e dei limiti applicativi. Le risorse stanziate dal Governo nazionale e da quello regionale a favore degli enti locali serviranno a compensare (in parte) la prevedibile riduzione del gettito dei tributi e delle altre entrate prodotta dall’epidemia influenzale, ma difficilmente consentiranno il pagamento dei debiti nei confronti delle imprese.
Per far fronte a questa drammatica situazione la legge di bilancio 2020 ha previsto la possibilità per regioni ed enti locali di ottenere anticipazioni di liquidità da destinare al pagamento dei debiti verso le imprese maturati entro il 2019. Si tratta di un meccanismo che fornisce risorse in tempi molto rapidi (sette giorni per l’erogazione delle anticipazioni e 15/30 giorni per il pagamento dei debiti), ma in Sicilia le anticipazioni sono state concesse a poche amministrazioni e per importi limitati, mentre sono stati esclusi gli enti in condizioni finanziarie critiche, che costituiscono i più rilevanti debitori delle imprese. In una fase di gravissima difficoltà del sistema economico produttivo, pertanto, risulta indispensabile ampliare il perimetro e l’importo delle anticipazioni di liquidità e adottare interventi strutturali che consentano di contrastare efficacemente le cause di accumulo del debito, anche in considerazione del prevedibile peggioramento degli equilibri finanziari conseguente all’emergenza sanitaria.
Sotto il primo profilo la Regione potrebbe attivare un’anticipazione di liquidità parallela a quella prevista dalla legge statale che riguardi anche gli enti in condizioni finanziarie critiche, consenta di incrementare l’importo delle risorse erogabili, preveda termini di restituzione e interessi ragionevoli. La sostituzione di una quota delle agevolazioni creditizie con anticipazioni alle amministrazioni debitrici e con misure volte a rendere più efficiente la compensazione tra crediti e debiti reciproci tra privati e amministrazioni consentirebbe, infatti, a parità di risorse pubbliche, di immettere nel sistema economico liquidità a costo zero in tempi rapidi. Per prevenire l’insorgere di nuovi debiti risulta inoltre indispensabile introdurre misure efficaci di buona gestione finanziaria: tagli di spesa corrente a carico degli enti che non riducono i debiti commerciali, svolgimento di funzioni obbligatorie in forma associata, strumenti di lotta all’evasione, standard di organizzazione dei servizi e delle procedure di riscossione delle entrate, concreta attuazione delle regole sulla spending review e sulla performance dei dipendenti, premi alle amministrazioni virtuose e sanzioni a carico di quelle che spendono male e non incassano il dovuto.