I cambiamenti demografici, la globalizzazione hanno modificato la natura del lavoro e delle carriere. La digitalizzazione è considerata elemento chiave per comprendere quale sarà la natura del lavoro e dei lavoratori nei prossimi decenni. Ma a chi ci rivolgiamo? Chi sono i lavoratori di domani? I post millennials o generazione Zeta: sicuramente è di loro che parliamo. La GenZ o altresì detta post millennials, è considerata la più totalmente avvezza all’uso delle tecnologie. Sempre connessi, i social media incidono per una parte significativa nel loro processo di socializzazione (lavorativa).
Partiamo con ordine, chi sono questi giovani?
È pensata la generazione nata tra il 1995 fino al 2010, in generale, dunque, tra la metà degli anni Novanta e i primi del nuovo secolo. Solo per ricordare le generazioni precedenti: esistono i baby boomers (spesso sono il loro genitori), i nati fino al 1964; a seguire vi è la GenX comprende i nati tra il 1965 e gli anni 80, e i millennials: tra il 1981 e il 1994 (hanno dai 22 ai 35 anni nel 2020). La GenZ o post millennials (1995-2010) ha oggi dunque tra i 10 e i 25 anni. Se i primi sono ancora in fase di scolarizzazione, la coda più “anziana” dei GenZ si sta affacciando al mondo del lavoro solo ora. In Italia sono circa 9,3 milioni, di cui 1 milione nel modo del lavoro, le ragazze e i ragazzi che appartengono alla generazione Z e che rappresentano anche il nostro futuro (Istat 2018).
Questa generazione non è ancora del tutto e chiaramente comprensibile agli addetti ai lavori (educatori, orientatori, aziende e selezionatori). Post millennials, nativi digitali, è la prima generazione completamente digitalizzata che si affaccia al mondo del lavoro. Sono molto diversi dalle generazioni precedenti, sono molto più sicuri delle proprie capacità, cercano guadagni più alti anche a scapito di una minore sicurezza del posto di lavoro. La generazione Z tende a pensare in modo più indipendente rispetto alla generazione millenaria, facendo affidamento su sé stessi, hanno una mentalità decisamente più imprenditoriale. Se i millennials sono descritti come guidati dalla crescita e dallo stile di vita, la generazione Z è senz’altro guidata dalla crescita e dalla passione. I millennials cercano posti di lavoro che garantiscano stabilità, convenienza ed equilibrio. La generazione Z vede i lavori come relazioni transazionali a breve termine, apprendono sperimentando, apprezzano più la velocità che la precisione (https://www.umana.it).
Perché occuparsi di loro?
Analizzare e interpretare l’evoluzione delle abitudini dei giovanissimi di una generazione nuova e quasi sconosciuta è una delle sfide più interessanti per chi si occupa di orientamento e di risorse umane. La GenZ ha ormai creato un modello di interazione le cui implicazioni sociali ed economiche sono di fondamentale importanza per i professionisti del settore. Conoscerli meglio, nel tentativo di avvicinarsi a loro, diviene cruciale per trovare una strada verso questa nuova generazione. Oggi in Italia i giovani sono una risorsa: per questo motivo è importante investire nella formazione per avere un valore ancora più alto e cambiare in meglio il lavoro e il futuro che rappresentano.
Fonte: https://www.rapportogiovani.it/generazione-z-un-nuovo-approccio-al-mondo-del-lavoro/