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Meno sarde, più granchi blu. Le specie aliene dominano la pesca siciliana

In pochi anni la temperatura nel Mediterraneo è salita di circa un grado, facendo diminuire la presenza di alcuni pesci. Opportunità dalla diffusione di alcune specie non autoctone, ma se non si inverte la rotta a fine secolo il settore perderà un quarto del valore

Nelle reti dei pescatori siciliani, nei prossimi anni, ci saranno più lucci, ricciole e gamberi rosa. Diminuiranno invece sgombri, sardine e scampi. Effetto del cambiamento climatico, che stimola la crescita di alcune specie a danno di altre, con conseguenze importanti su tutto il comparto ittico. È quanto emerge dal rapporto annuale su Pesca e acquacoltura, realizzato dall’Osservatorio sulla pesca del Mediterraneo con il sostegno della Regione siciliana. L’impatto del cambiamento climatico è già notevole, ed è destinato a crescere. “Le catture totali dell’intero Mediterraneo dovrebbero aumentare dello 0,3 e del sette per cento rispettivamente nella prima e nella seconda metà del secolo”. Tuttavia la crescita non riguarderà tutto il mare ma soltanto “la parte sud-orientale, mentre si prevede una diminuzione fino al 23 per cento della produzione ittica nella parte occidentale”. Quella in cui si trovano le principali marinerie siciliane, Porticello, nel comune di Santa Flavia (Palermo), e Mazara del Vallo.

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Le specie in crescita e in calo

Il riscaldamento del Mediterraneo, sottolinea il report, è in corso da tempo. Tra il 1998 e il 2013 la temperatura “è aumentata da circa 14 a 14,5 gradi centigradi”, e nel 2018 è stato registrato “un ulteriore aumento fino a raggiungere il picco di 14,8 gradi”. Dati che costituiscono “il principale fattore ecologico che causa variazione della distribuzione e dell’abbondanza” delle specie. Il report fa l’esempio del gambero rosa, “una specie termofila, che è aumentata significativamente in tutto il Mediterraneo”, e dello scampo, che invece “risente negativamente dell’aumento della temperatura”. A essere penalizzati dal riscaldamento anche altri pesci, come “il merlano e lo spratto, specie con spiccata affinità alle acque fredde”. Il clima incide anche sulla famosa sardina. “La maggior parte del prodotto venduto nei mercati palermitani come sardina non appartiene alla specie Sardina pilchardus, specie che preferisce acque fredde, ma alla specie Sardinella aurita, nota come alaccia, che è favorita dall’attuale fase di riscaldamento del Mediterraneo”.

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Opportunità dalle specie aliene

Come detto l’aumento delle temperature riserva anche delle possibilità. Il report segnala “alcuni insediamenti di Nis [specie aliene, ndr] originarie dell’Atlantico tropicale che potrebbero essere interessanti per la pesca costiera siciliana”. Tra esse “il gambero Penaeus atzecus ed il granchio blu, Callinectes sapidus, che cominciano a costituire catture interessanti per la pesca artigianale nel litorale prospiciente Porto palo di Capo Passero nel caso del gambero, ed in quello di Trapani, nel caso del granchio”. In altre aree del Mediterraneo, del resto, le specie aliene sono entrate da tempo nell’economia della pesca. “Lungo la costa del Medio Oriente e del Nord Africa, a levante dello Stretto di Sicilia, le Nis sono diventate la componente principale delle catture e si prevede che il loro ruolo aumenterà dopo il raddoppio del Canale di Suez avvenuto nel 2015”. Tra i casi più interessanti quello del Metapenaeus stebbingi, un tipo di gambero “originario dell’Oceano Indiano, che è diventata una delle principali risorse da pesca del Mar di Levante”.

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Pasta con le sarde, piatto tipico a rischio

Oltre al cambiamento climatico, ricorda lo studio dell’Osservatorio sulla pesca, il Mediterraneo deve fare i conti con lo sfruttamento intensivo, “caratterizzato da un eccesso di sforzo di pesca, di cattura di giovanili e scarto di individui privi o di scarso interesse commerciale”. Senza uno sforzo serio per contrastare questo fenomeno, oltre agli effetti del cambiamento climatico e all’introduzione di specie aliene, la pesca siciliana è destinata a cambiare volto. “Nei prossimi decenni dobbiamo attenderci un crescente cambiamento nella composizione e nella produttività di quelle che attualmente costituiscono le principali risorse della pesca siciliana”. Cambiamenti a cui il mercato ittico siciliano dovrà abituarsi, conclude il report, “utilizzando risorse prima poco o del tutto inutilizzate nella cultura gastronomica isolana e modificando gli ingredienti di piatti tipici della tradizione sostituendo, ad esempio, le sardine con le alacce nella famosa pasta con le sarde”.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci (Catania, 1992), è giornalista e scrittore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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