Investitori e acquirenti di immobili sono pù propensi a spendere soprattutto se il prezzo rientra nella fascia più bassa, sotto i 119 mila euro: il fenomeno è particolarmente accentuato in alcune città siciliane, come Palermo, Catania, Messina e soprattutto Trapani, dove si concentra la maggior parte degli acquirenti della fascia di prezzo più bassa, fino anche al 76 per cento. Lo evidenzia l’Ufficio studi del gruppo Tecnocasa, con un’analisi che riguarda la prima parte del 2022. Anche nelle grandi città d’Italia la tendenza è verso una maggiore concentrazione degli acquisti immobiliari nella fascia di spesa più bassa, ma in questo caso la percentuale supera di poco il 25 per cento, con richieste che hanno percentuali simili anche nelle due fasce di spesa immediatamente successive: le richieste appaiono quindi distribuite in maniera uniforme tra i primi tre scaglioni: il primo fino a 119 mila euro (25,2 per cento delle richieste), il secondo da 119 a 169 mila euro (22,5 per cento) e il terzo che raggiunge i 249 mila euro (23,2 per cento).

Milano e Roma le città più costose d’Italia
Solo a Milano e Roma si registrano maggiori concentrazioni di acquirenti disponibili a comprare nella fascia tra 250 e 349 mila euro (rispettivamente con il 27 per cento e il 25,4 per cento) a motivo dei prezzi più elevati che interessano le prime due città più costose d’Italia: Milano (4.160 euro al mq il medio usato e 4.750 euro al mq il medio nuovo) e Roma (2.910 euro al mq l’usato e 3.400 euro al mq il nuovo). Da segnalare come a Milano ci sia stato un incremento dello 0,6 per cento della concentrazione delle richieste nella fascia estrema, vale a dire quella che raccoglie le richieste con una capacità di spesa superiore a 630 mila euro, a conferma che il mercato di fascia alta in città è vivace. Nella fascia di spesa più bassa invece Genova, che raccoglie la percentuale più elevata con il 60 per cento, seguita da Palermo con il 49,3 per cento.

Disponibilità bassa nei capoluoghi di regione
Nei capoluoghi di regione che non sono grandi città il 46,5 per cento dei potenziali acquirenti dichiara di avere una disponibilità di spesa inferiore a 119 mila per cento. In aumento dell’1,8 per cento la concentrazione nella fascia di spesa compresa tra 170 e 249 mila euro, con un picco particolare a Trieste che ha visto un incremento dell’11,5 per cento. Il capoluogo friulano è uno di quelli che ha registrato un aumento dei prezzi importanti negli ultimi anni, in particolare in questa prima parte del 2022: +6,8 per cento. Nello stesso orizzonte temporale ha registrato anche notevole presenza di investitori (30 per cento degli acquisti sono stati realizzati con tale finalità), parte dei quali in arrivo anche da nazioni limitrofe.