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Incendio aeroporto di Catania, per gli operatori turistici è ancora tutto uguale

A oltre quindici giorni dall'incendio che tutt'ora causa l'attività ridotta dell'aeroporto di Fontanarossa "la situazione si è evoluta pochissimo". Lo dice il presidente di Fiavet Sicilia Gianluca Glorioso, che racconta di un lavoro senza sosta per riprogrammare i voli, anche la notte. E senza la prospettiva di un eventuale "ristoro"

Dall’incendio all’aeroporto di Catania sono passate quasi due settimane. Moltissimi i danni ad aziende, cittadini e turisti e moltissime sono le news che si sono susseguite e che noi di FocuSicilia abbiamo raccolto qui. Dalla notte tra il 16 e il 17 luglio lo scalo di Fontanarossa ha completamente chiuso il terminal A, il principale, e aumentato progressivamente i voli prima da 2 a 10 l’ora. Dal 3 agosto i voli diventeranno 14 l’ora grazie anche all’installazione di grandi tendoni all’interno dei quali è stato creato un “terminal di emergenza” per espandere la capienza del terminal C, l’unico attivo. Il terminal A tornerà invece operativo “nei primi giorni della prossima settimana“, fa sapere la società di gestione dello scalo, Sac spa. Ma, secondo gli operatori turistici, all’atto pratico “la situazione si è evoluta pochissimo. Continua ad essere una situazione emergenziale con le stesse problematiche. Sono oltre due settimane che lavoriamo anche la notte per i nostri clienti”. Lo dice Gianluca Glorioso, presidente per la Sicilia di Fiavet-Confcommercio. All’indomani dell’incidente l’associazione di categoria degli operatori turistici aveva inviato una lettera inviata a Sac, la Società di gestione dello scalo Etneo e a Enac, l’Ente nazionale di aviazione civile, in cui chiedeva una data certa per la riapertura e una “informazione precisa del flusso dei voli e delle navette da e per gli aeroporti“. Un appello che sembra rimasto lettera morta.

Le odissee quotidiane

Una evoluzione, in positivo, c’è. “Rispetto ai giorni subito dopo l’emergenza – commenta Glorioso – ci sono più navette”. Il problema resta la comunicazione. “Per i passeggeri è sempre difficile rintracciare i bus, fanno piccole odissee per raggiungere il gate, individuare l’eventuale navetta. Per non parlare di cancellazioni e riprogrammazioni comunicate al meglio la sera prima”. Glorioso fa un esempio: “Ho avuto passeggeri di Ragusa che dovevano partire per la Polinesia da Catania. La comunicazione della riprogrammazione a Palermo è stata fatta solo la sera prima. Si tratta di un volo intercontinentale, hanno rischiato di perdere la coincidenza, e quindi gran parte della vacanza. Per non parlare dei charter per prendere le coincidenze per voli extra-Schengen in altri aeroporti, che al momento non sono fatti da Catania. Le riprotezioni su Palermo sono già state problematiche a luglio perché tutto pieno”. Rispondere alle emergenze dei clienti è oggi la quasi totalità dell’attività. “Se un passeggero ha un problema, dobbiamo riorganizzare tutto. E mettersi in contatto con una compagnia significa anche attendere due o tre ore. E non sappiamo quanto perdurerà lo stato delle cose. Si aprirà nuovamente il 3 agosto, il 4 agosto? Nessuno ha certezza di queste date“. Nel frattempo nello scalo etneo attrezzato con i tendoni per affrontare l’emergenza, si assiste a lunghe code sotto il sole, “e persino a passeggeri che devono essere chiamati urlando. Noi contestiamo l’organizzazione, non il grande lavoro degli operatori aeroportuali, a cui va tutta la nostra solidarietà.

I mancati guadagni e i paragoni col passato

Secondo Confindustria Catania, che con una dura nota oggi ha preso posizione contro la cattiva comunicazione nella gestione dell’emergenza, il danno al Turismo è incalcolabile, con “migliaia di prenotazioni cancellate o riprogrammate, sempre in balia di informazioni carenti sulle attività dello scalo”. Glorioso, che con Fiavet raggruppa 155 delle circa 900 tra agenzie e tour operator siciliani, concorda con l’analisi. “Al momento – spiega – sarebbe poco serio da parte nostra quantificare economicamente il danno, anche se sappiamo già che sarà molto difficile ottenere eventuali ristori. Rispetto ai primi giorni dall’emergenza le vendite non sono più zero. Ma resta un danno di immagine incalcolabile”. Glorioso si riferisce in particolare “allo stato delle strade e dei trasporti pubblici dentro la Sicilia, compresi i treni quasi inesistenti o con tempi di percorrenza incredibili. Stiamo mettendo a nudo tutti i limiti strutturali e organizzativi della Sicilia. In trentacinque anni di attività non ricordo niente di paragonabile a livello territoriale. A livello internazionale abbiamo vissute tante emergenze, dal Covid alla Sars alle guerre, fino all’esplosione del vulcano islandese Eyjafjallajökull nel 2010. La differenza è che lì si era bloccato tutto il sistema trasporti per un disagio creato da una emergenza, qui c’è invece una il disagio è diventato l’emergenza. Non era una situazione come questa dove abbiamo gente da far partire o rientrare in viaggio da altre parti”, conclude il presidente di Fiavet-Confcommercio Sicilia.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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