Incendio Bellolampo: benzene e particolato finiscono nell’aria, arrivano nelle strade di Palermo. Il rogo durato alcuni giorni nella discarica ha riversato infatti nell’aria diversi inquinanti. Tra questi la nota diossina, ma anche benzene e polveri sottili. Emerge dai monitoraggi dell’Arpa, che hanno fatto rilevare una concentrazione maggiore di sostanze inquinanti nell’aria proprio nelle ore successive al rogo del 24 luglio che ha colpito la discarica. Per quanto riguarda la diossina, è stata rilevata un fattore di “tossicità equivalente” pari a 939, quando in ambiente urbano il valore è cento. A partire da 300 c’è l’evidenza di una “fonte” che emette inquinanti: la discarica. Dalla relazione Arpa del 28 luglio emerge che “l’esposizione dovuta alla inalazione diretta costituisce solo una piccola proporzione rispetto alla esposizione totale, attribuibile essenzialmente alla assunzione con l’alimentazione“. Anche per questo il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha emesso un’ordinanza con la quale si vieta per 15 giorni il consumo di carne, uova e latticini provenienti da un raggio di quattro chilometri intorno alla discarica di Bellolampo.
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Picchi in tutte le stazioni di monitoraggio
Le concentrazioni di benzene, durante l’incendio a Bellolampo, “presentano alcuni picchi orari che interessano tutte le stazioni” monitorate dall’Arpa. Di norma questi picchi “si verificano dalle sette alle nove del mattino e sono influenzati soprattutto dal traffico automobilistico. Stavolta, però, per Arpa “le concentrazioni non sono riconducibili al traffico veicolare”. La stazione di via Belgio, per esempio, “a partire dal 24 luglio alle ore 23 ha registrato un incremento evidente di concentrazione”, così come le stazioni di via Di Blasi, via Castelnuovo e piazza Indipendenza. Solo a Bagheria non sono stati rilevati incrementi anomali, mentre per Arpa “i picchi di concentrazione registrati in particolare nelle ore notturne sono correlabili agli incendi che si sono sviluppati dal 24 luglio”. Si tratta di picchi tra sette e 17 µg/m3 (microgrammi su metro cubo), quando il massimo consentito dal Dlgs 155/2010 è di cinque µg/m3.


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Polveri sottili: superato di sette volte il limite
Durante l’incendio di Bellolampo, non c’è stato solo l’incremento delle concentrazioni di benzene, non correlato al traffico veicolare. Anche il particolato rilevato nell’aria è apparso come un fatto straordinario e dalle proporzioni nette. Polveri sottili Pm10 (rilevate in particolare nelle stazioni Boccadifalco e Belgio) e Pm2,5 (in tutte le stazioni dell’agglomerato urbano di Palermo) sono “correlabili ai prodotti di combustione degli incendi, trasportati da ovest verso est dai venti prevalenti”, scrive Arpa. Ancora: “Le concentrazioni giornaliere di Pm10 hanno registrato fino al 25 luglio superamenti del valore limite giornaliero, che è pari a 50 µg/m3, secondo il Dlgs 155/2010. Sono arrivati infatti anche a 190 e 360 µg/m3. Il Pm2,5, una forma di particolato di dimensioni ancora più piccole, ha registrato il superamento del valore guida giornaliero fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità, che è di 5 µg/m3.