Oltre quindicimila feriti, 229 morti. Quello che sembra un bilancio di guerra non è altro che il numero di persone coinvolte negli incidenti stradali in Sicilia nel 2022. Lo scorso anno nell’Isola sono stati 10.444 gli incidenti stradali. Sono il 6,3 per cento del totale italiano di 165.889. I dati sono stati elaborati da Istat. Rispetto al 2021 aumentano gli incidenti (più 5 per cento), e i feriti (più 5,2 per cento), mentre le vittime sono cresciute di una sola unità. I dati della regione risultano inferiori a quelli nazionali, dove si rileva un aumento superiore del numero di incidenti (più 9,2 per cento) e feriti (più 9,2 per cento) e, in maggior misura del numero delle vittime (più 9,9 per cento). Il 77 per cento degli incidenti, 8.043, è avvenuto in città, provocando 117 morti (51,8 per cento del totale) e 11.134 feriti (73,3 per cento). La maggior parte degli incidenti (il 44,9 per cento in ambito urbano, il 53,6 in extraurbano) è avvenuto in rettilineo.

A Catania il maggior numero di vittime: 52 su 229
A livello provinciale, il maggior numero di vittime nel 2022 si è registrato a Catania, 52. La città metropolitana etnea ha anche il maggior numero di incidenti totali (2.942) e di feriti (4.300), mentre il tasso di mortalità è di 4,8. Il tasso di mortalità più elevato è invece quello di Trapani, pari a 6, con 25 morti in 886 incidenti. Segue Messina con un tasso pari a 5 (30 decessi su 1.332 incidenti). Terze, con 4,8, Catania e Agrigento. Nella provincia girgentina sono stati 20 i decessi su 526 incidenti. Ragusa con 15 decessi in 647 incidenti raggiunge un tasso di mortalità di 4,7. Seguono Enna con 7 morti in 178 incidenti (tasso di 4,5), Siracusa con 17 morti e 845 incidenti, e Palermo con un tasso di 4,2, ma con un numero di decessi, 50 in 2.583 incidenti, che è il secondo dopo quello di Catania. Chiude l’elenco Caltanissetta, nelle cui strade sono morte 10 persone in 505 incidenti.

Dal 2010 incidenti in calo del 26,7%. Ma non basta
Istat nel suo report mette in relazione i dati dell’anno passato con quelli del 2010, considerando anche i progressi nel campo della sicurezza automobilistica, implementata in questi tredici anni con obblighi stringenti a livello europeo per l’adozione di migliori dispositivi per la sicurezza passiva (telai deformabili ad assorbimento d’urto, maggior numero di airbag), e attiva (obbligo di sistema antibloccaggio della frenata e di controllo elettronico della stabilità, oltre ai sempre più diffusi assistenti alla guida Adas). Implementazioni che sembra abbiano ottenuto risultati rilevanti. In Sicilia rispetto al 2010 gli incidenti sono in calo 26,7 per cento (erano 22 mila). L’Isola anche in questo caso fa meglio del resto d’Italia, dove gli incidenti sono calati del 22,1 per cento.
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Dal 2010 morti in calo del 19%. Nel resto d’Italia del 23,6
Tuttavia il numero di morti non è diminuito con la stessa efficacia, facendo registrare un calo del 19 per cento dal 2010, Il tasso di mortalità, ovvero i morti per incidente stradale rapportati alla popolazione media residente per centomila, rallenta in modo meno veloce della media italiana, di cui comunque è più basso nel 2022 (4,7 in Sicilia, 5,4 nel resto del Paese). Tredici anni fa i morti per incidente erano stati 279, 53 in più del 2022. Nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si erano già ridotte in Sicilia del 23,6 per cento, meno della media nazionale (meno 42 per cento). In entrambi i casi si tratta però di risultati al di sotto degli obiettivi europei, che prevedevano un dimezzamento delle vittime.

Le strade più pericolose sono tutte statali
A livello regionale tra il 2021 e il 2022 diminuiscono leggermente sia l’indice di lesività, da 145,7 a 145,5, che quello l’indice di mortalità (calcolato a differenza del tasso sul numero di episodi e non sulla popolazione), che passa da 2,3 a 2,2 decessi ogni 100 incidenti, mentre rimane stabile a 1,5 vittime l’indice di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100). L’incidentalità più elevata si registra lungo la costa e nei comuni capoluogo di provincia: ancora in evidenza le criticità della Strada statale 113 Settentrionale sicula, lungo la quale si registra il maggior numero di incidenti (154, con 7 decessi e 241 feriti), e delle statali 115 (sud Occidentale), 114 (orientale sicula) e 121 (da Catania e Palermo per il centro dell’Isola). Il tasso di mortalità è inoltre più alto per la classe di età 15-29 anni (7,1 per 100mila abitanti) e per quella 65 e oltre (5,4 per 100mila abitanti).
Più incidenti gravi la notte e nel fine settimana
Nel periodo gennaio-aprile si sono registrati in Sicilia 2.971 incidenti (28,4 per cento del totale) mentre tra maggio e settembre, in coincidenza del periodo di maggiore mobilità per vacanze, se ne contano 4.904 (il 47 per cento di quelli avvenuti durante l’anno), in cui hanno subito lesioni 7.229 persone (47,6 per cento) e 112 sono decedute (50 per cento). Il 79,9 per cento degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 21 ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia oraria tra le due e le tre del mattino (4,7 morti ogni 100 incidenti) e in maggior misura tra le tre e le quattro (7,4 morti ogni 100 incidenti), valori molto superiori alla media giornaliera (2,2). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 41,2 per cento degli incidenti notturni, il 47,1 per cento delle vittime e il 42,1 per cento dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 3,6 decessi ogni 100 incidenti. Il valore più elevato si registra il venerdì notte (4,1).
Costi sociali: 1,2 miliardi stimati in Sicilia nel 2022
Istat fornisce infine una stima dei costi sociali dell’incidentalità stradale con lesioni alle persone. Questi sono stimati in 17 miliardi e circa 900 milioni di euro per l’intero territorio nazionale (303,5 euro pro capite) e in oltre 1,2 miliardi di euro (254 euro pro capite) per la Sicilia. La regione incide per il 6,9 per cento sul totale nazionale. Per costi sociali degli incidenti stradali Istat intende una stima del danno economico subito dalla società a causa di tali eventi. Il danno economico non è rappresentato da una spesa diretta sostenuta dalla società, ma è la quantificazione economica degli oneri che, a diverso titolo, gravano sulla stessa a seguito delle conseguenze causate da un incidente stradale.