“Vorrei soprattutto tempi certi, e che il lavoro sia pagato”. Le parole di Giuseppe Piana, presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) di Catania, sembrano raccontare una realtà diversa da quella di “sei miliardi di opere pubbliche in arrivo”, come dichiarato dall’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. L’Isola diventerà, prendendo sempre in prestito le dichiarazioni dell’assessore del governo di Nello Musumeci “tra i più grandi appaltatori pubblici entro il 2022”. Eppure i costruttori etnei non sembrano esultare. “Troppi anni che siamo in attesa di avere risposte, che partano lavori previsti dai fondi strutturali come Patto per Catania Patto per il Sud. Ad oggi non risultano ancora spesi ben 336 milioni, siamo in attesa di bandire le relative opere”, afferma il presidente di Ance Catania Piana.
Un consorzio per competere con le aziende del Nord
Per l’esecuzione delle poche grandi opere eseguite in questi anni, tra cui il completamento dei nuovi tratti fino a Misterbianco della metropolitana di Catania “la Sicilia è stata terra di conquista. Purtroppo, coi problemi di Tecnis, azienda punta di diamante del territorio, siamo stati terra di conquista soprattutto per Cmc”, afferma Piana, riferendosi alla Cooperativa muratori e cementisti di Ravenna, tra le maggiori aziende del settore in Italia. “Purtroppo – prosegue Piana -, spesso le imprese che hanno lavorato per loro in subappalto non sono state pagate”. Piana ha però una proposta, ambiziosa, per uscire dalle difficoltà di questi anni: “Sarebbe giusto costituire un consorzio di imprese catanesi, o siciliane, per lavorare non più semplicemente da subappaltatori. Costituirsi in un gruppo capace di andare a competere con le grandi imprese dell’intero territorio nazionale e non solo”.
Il caso Cassa edile: “Io in contrasto con alcuni associati”
Lo stato attuale vede però una grande crisi, con il settore dell’edilizia, da sempre trascinatore dell’economia siciliana e catanese in particolare, in calo come sottolineato nell’ultimo rapporto sulla Sicilia di Bankitalia. E nel capoluogo etneo alla crisi si è aggiunto lo scandalo della Cassa edile, dove un’inchiesta della procura di Catania ha evidenziato irregolarità nel rilascio dei Documenti di regolarità contributiva (Durc) a varie aziende del settore. “Dal mio insediamento come presidente Ance – assicura Piana -, ho avuto attenzione particolare per la Cassa edile, a volte in contrasto coi miei colleghi imprenditori. Ma ho voluto prendere una direzione netta e decisa, di controllo del processo, e per garantire questo abbiamo operato non sempre in accordo con tutti gli associati. Poi si è scoperto il perché”, sottolinea il presidente di Ance Catania, ente socio per parte datoriale insieme ai sindacati confederati dell’organo previsto dalla contrattazione collettiva. “Sono convinto che già stiamo navigando verso porti tranquilli, perché una parte del sindacati ci è stata molto vicina e ha garantito il rinnovamento dei vertici della direzione, interamente sostituita. Siamo convinti che a breve tutto potrà tornare alla normalità”, conclude Giuseppe Piana.