Inps viene incontro ai problemi di pagamento dovuti al mancato riconoscimento degli iban da parte del proprio sistema informatico. E annuncia il pagamento tramite bonifico domiciliato delle integrazioni salariali a pagamento diretto. Si tratta della Cassa integrazione, ordinaria e in deroga, dell’Assegno ordinario e della cassa Cassa intergrazione speciale operai agricoli (Cigo, Aso, Cigd, Cisoa), che saranno pagate con bonifico domiciliato presso Poste Italiane nel caso di problematiche con l’iban.
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La testimonianza: “I miei dati sono corretti, sbaglia Inps”
In questi ultimi giorni si sono infatti moltiplicati i casi nei quale il numero identificativo dal conto corrente indicato dal datore di lavoro nella domanda non è risultato corretto. Secondo Inps il problema più comune è la mancata corrispondenza del codice fiscale del beneficiario della prestazione con quello del titolare del conto o della carta ricaricabile. “Il problema, però, è di Inps: ho personalmente inserito l’iban tramite la procedura online a marzo. Oltre un mese dopo, non ricevendo il bonifico dei 600 euro, ho chiesto. E mi è stato detto che si tratta di una mancata corrispondenza dell’iban con il mio codice fiscale. Ma io sono l’unica titolare del conto corrente”, afferma Anna, educatrice con contratto Co.co.co. all’interno di un istituto privato. Per ovviare alla problematica Anna ha quindi tentato di “inviare la certificazione della titolarità del conto a Inps via fax, come mi è stato suggerito. Ma sono ancora in attesa da almeno dieci giorni”.
“Ma per noi che attendiamo i 600 euro nulla”
La situazione, che riguarda migliaia di lavoratori in tutta Italia, ha quindi portato Inps a rendere disponibili al lavoratore le somme dell’integrazione salariale senza la sua correzione dell’iban, ma mediante bonifico domiciliato. Una volta disposto il bonifico, il lavoratore riceverà un sms di notifica del pagamento e poi la comunicazione di liquidazione inviata da Postel al suo indirizzo di residenza o domicilio. Con la comunicazione il beneficiario potrà recarsi a riscuotere l’integrazione salariale presso qualsiasi ufficio postale del territorio nazionale con un proprio valido documento di identità e un documento attestante il codice fiscale. “Peccato che Inps, anche in questo caso, abbia completamente dimenticato i lavoratori autonomi e parasubordinati: noi che attendiamo ancora il bonus da 600 euro una tantum cosa dovremo fare?”, conclude Anna.