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Inps, prorogate al 31 ottobre le richieste di assegno temporaneo per i figli

La decisione, anticipata nei giorni scorsi, è stata ufficializzata ieri dal Consiglio dei Ministri. I numeri della misura: al 28 settembre pagati 328 mila assegni, oltre 200 mila autorizzati

Sono stati prorogati i termini per richiedere l’assegno temporaneo per i figli. Il Consiglio dei Ministri ha fissato la nuova scadenza al 31 ottobre 2021, rispetto a quella iniziale fissata al 30 settembre 2021. la misura era stata anticipata dall’Inps, attraverso una nota contenente i dettagli della misura. Alla data del 28 settembre, scrive l’Istituto nazionale di previdenza sociale, le domande pervenute sono 492 mila, pari a 853 mila assegni per minori. In relazione a questi ultimi, sono stati pagati 328 mila assegni e oltre 200 mila sono già stati autorizzati, precisa l’Istat.

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Pagati il 90 per cento degli assegni

Entro il prossimo cinque ottobre, proseguono dall’Istituto, è prevista l’autorizzazione al pagamento di ulteriori 180 mila assegni, a termine delle verifiche sulle compatibilità con gli Anf. In totale, si tratta di circa 710 mila assegni per i figli pagati o in corso di pagamento, pari al 90 per cento delle richieste di assegno pervenute nei primi tre mesi. Sono state anche avviate a pagamento le seconde e terze mensilità delle situazioni già autorizzate. Infine, rispetto a quanto pervenuto, circa 45 marichieste di assegno risultano cancellate dagli stessi utenti per mancanza di requisiti. Non incluse nel computo e già mandate in pagamento sono 328 mil integrazioni per i minori di nuclei percettori di RdC, avviate in automatico senza necessità della domanda e a seguito di verifica Inps.

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I requisiti per l’integrazione

L’Inps sottolinea che l’assegno temporaneo è una “misura ponte” che apre per la prima volta il beneficio dell’assegno per i figli a lavoratori autonomi, disoccupati e privi di reddito. L’integrazione spetta a coloro che abbiano un Isee inferiore a 50 mila euro e alcuni requisiti. Per effettuare la domanda basta inserire codice fiscale dei richiedenti e Iban per l’accredito, attraverso il sito o il supporto dei patronati. L’Isee corrente e altri requisiti di legge vengono invece verificati internamente dall’Inps, liberando l’utente dall’onere di presentare multiple certificazioni e allocando le risorse disponibili in modo puntuale.

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