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Invitalia, novità negli incentivi dopo il decreto Crescita

La nuova legge promette finanziamenti, anche a fondo perduto, con meno burocrazia e maggiore libertà di spesa

Invitalia, l’agenzia per lo sviluppo del ministero dell’Economia, prevede degli incentivi economici dedicati al mondo delle startup innovative e delle piccole e medie imprese. Con delle novità: il recente decreto Crescita, diventato legge numero 59/2019 lo scorso 28 giugno, introduce varie semplificazioni amministrative e di rendicontazione, e le rende particolarmente interessanti per le regioni del Sud, dove è previsto anche un contributo a fondo perduto.

Smart&start Italia

Smart&start è una misura agevolativa che gestisce finanziamenti destinata a startup ad alto contenuto tecnologico e innovativo o alla valorizzazione della ricerca. Nonostante si rivolga a imprese nate da meno di tre anni, prevede comunque piani di investimento della durata di 24 mesi, con cifre consistenti: da centomila e un milione e mezzo di euro. E oltre alle startup già costituite, sono ammessi team di persone che dovranno costituirsi al momento dell’erogazione del contributo. Smart&start Italia riconosce un mutuo senza interessi della durata massima di otto anni di valore pari al 70 per cento delle spese ammissibili. L’importo del finanziamento agevolato sale all’80 per cento delle spese ammissibili nel caso in cui la società sia interamente costituita da donne o da under 36, oppure abbia la presenza di almeno un esperto con titolo di dottore di ricerca da non più di sei anni, e impegnato stabilmente all’estero in attività di ricerca o didattica da almeno un triennio. Per le startup con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia è previsto un contributo a fondo perduto pari al 20 per cento del mutuo. Con questa misura si finanziano impianti, software, brevetti, soluzioni non brevettate, impianti tecnologici produttivi, marketing e web marketing. Si finanziano anche costi salariali, per personale dipendente e collaboratori, ma anche servizi di incubazione e canoni e utenze. Si finanzia anche la parte di interessi sui finanziamenti. Il decreto crescita ha portato come detto però delle novità: la più importante è la semplificazione e accelerazione per le procedure di valutazione e di rendicontazione. Quello che conta, come ribadito dal testo di legge, è focalizzarsi sull’effettiva validità dei progetti. Inoltre il decreto porta a un ampliamento dei costi ammissibili: è ora possibile finanziare i costi del personale interno per progettazione e sviluppo e una percentuale accessoria dei costi di gestione non soggetta a rendicontazione analitica, al fine di soddisfare il fabbisogno di circolante della startup.

Nuove imprese a tasso zero

Un incentivo rivolto a imprese composte in prevalenza da giovani fino a 35 anni o da donne. Come Smart&start, prevede un contributo per piani di investimento fino a un milione e mezzo di euro entro i 24 mesi, ma con il decreto Crescita per alcune tipologie si può arrivare fino a tre milioni. Anche questo è un mutuo agevolato a tasso zero, che copre il 75 per cento delle spese, con un 25 per cento quindi di cofinanziamento da parte dell’impresa. Prevede rate semestrali costanti e rimborso in otto anni. Il decreto Crescita ha però portato novità importanti: per società costituite dai 36 ai 60 mesi l’importo del progetto finanziabile sale fino a tre milioni, con la copertura del 90 per cento, e la restituzione del mutuo passa da otto a dieci anni. Le finalità dell’investimento sono piuttosto estese: la produzione di beni, la trasformazione di prodotti agricoli, la fornitura di servizi, commercio, attività nel turismo e nella filiera turistico-culturale e servizi per l’innovazione sociale. Per il turismo, in particolare, si possono finanziare acquisto e ristrutturazione di fabbricati fino al 70 per cento. Per impianti e macchinari la cifra arriva al 100 per cento, mentre per i fabbricati industriali la percentuale scende al 40 per cento. Sono compresi programmi informatici, brevetti e licenze, servizi nella tecnologia dell’informazione, e soprattutto la copertura a tasso zero dei costi iniziali di gestione.

Cultura CREA

Si tratta di un programma di incentivi promosso dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact), e prevede due linee di intervento: Titolo II, con un contributo fino all’80 per cento – la metà a fondo perduto – per supportare la nascita di nuove imprese dell’industria culturale, e Titolo IV, con contributo fino al 90 per cento a fondo perduto per sostenere il terzo settore che opera nell’industria culturale. In entrambi i casi l’investimento previsto deve rientrare in un massimo di 400 mila euro, con un progetto da realizzare in 12 mesi. Possono inviare domanda team di persone o aziende create da meno 36 mesi con sede in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, ma con la differenza che per il Titolo IV devono localizzare gli interventi in comuni riconosciuti come attrattori culturali. Per il Titolo II sono ammesse attività per la produzione e post produzione cinematografica, proiezioni cinematografiche, attività di conservazione e restauro di opere d’arte, attività nel campo della recitazione ed altre rappresentazioni artistiche, la gestione di teatri e strutture artistiche, attività di design e moda. Per il Titolo IV oltre alle attività culturali ed artistiche sono ammesse attività ricreative e di socializzazione, di protezione dell’ambiente, di protezione degli animali e attività manifatturiere. In entrambi i casi sono ammesse spese per impianti macchinari licenze e brevetti, ma non quelle murarie. Per il Titolo II sono invece ammissibili anche le spese di gestione, compreso il personale qualificato assunto a tempo indeterminato.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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