Oltre 300 miliardi di euro in pensioni erogati nel 2019. Un dato in crescita di due punti e mezzo rispetto all’anno precedente, come emerge dall’ultimo rapporto sulle condizioni di vita dei pensionati redatto dell’Istat. Il Sud e le Isole assorbono il 28 per cento della spesa complessiva, a fronte del 21 per cento del Centro e del 51 per cento del Nord. Cambiano le tipologie di copertura previdenziale. Nel Settentrione “si tratta principalmente di pensioni Ivs (invalidità, vecchiaia e superstiti, ndr)”, mentre nel Mezzogiorno “sono più diffuse le prestazioni assistenziali”. Non tutte le persone che ricevono la pensione possono contare solo su di essa. Oltre cinque milioni, il 33 per cento del totale, “cumulano due o più prestazioni”.
“Ampie diseguaglianze”
Nel 2019, annota l’Istituto nazionale di statistica, il numero dei pensionati “è rimasto sostanzialmente stabile”. A ricevere una pensione sono poco più di 16 milioni di persone. Crescono i pensionati da lavoro che dichiarano di essere occupati, di oltre tre punti e mezzo rispetto al 2018. La distribuzione delle risorse mostra “ampie disuguaglianze”. Il 42 per cento della spesa, annota l’Istat, “va al quinto più ricco”. Mentre si registra ancora “un gap marcato a svantaggio delle donne”. Anche la qualità della vita dei pensionati non è uniforme su tutto il territorio italiano. Le famiglie con pensionati del Sud e delle Isole “presentano un’incidenza del rischio di povertà quasi tre volte superiore a quella delle famiglie residenti nel Nord”, e più che doppia “rispetto a quelle del Centro”.
Più pensionati poveri al Sud
Varia anche la natura delle prestazioni previdenziali. Nel Mezzogiorno, come accennato, sono più diffuse le pensioni assistenziali rispetto a quelle da lavoro. Un pensionato su quattro (24 per cento) “appartiene al quinto più povero della distribuzione dei redditi pensionistici”. Solo il 16 per cento “si colloca nel quinto più ricco”. Il quinto di popolazione con redditi pensionistici più bassi “percepisce meno di 7 mila euro lordi annui”, mentre nel Nord “non supera i 9 mila euro”. Stesso discorso dal lato opposto della bilancia. Il quinto di pensionati con redditi pensionistici più elevati percepisce al Centro e al Nord “oltre 27 mila euro lordi annui”. Al Sud e nelle Isole, il dato scende “a 24 mila euro”.
Più solitudine al Centro-Nord
A livello nazionale, oltre un terzo dei pensionati vive in coppia senza figli (36 per cento), mentre più di un quarto vive da solo (28 per cento). Nel Sud e nelel isole le coppie sole scendono al 29,5 per cento, mentre è stabile il numero delle persone sole (28 per cento). Quasi un quarto dei pensionati ha figli (24 per cento). Il 10,5 per cento è monogenitore, mentre il 9 appartiene ad altre tipologie. I pensionati del Mezzogiorno, prosegue Istat, risiedono più frequentemente in coppia con figli (24 per cento)”. Al Nord i pensionati “vivono più spesso da soli (29,5 per cento) o in coppia senza figli (39,5 per cento)”, mentre i pensionati del Centro “si trovano più diffusamente in famiglie di altra tipologia (dieci per cento)”.
Un aiuto per le famiglie
La presenza di un pensionato in famiglia è tutt’altro che un fatto trascurabile. Una pensione rappresenta pur sempre una garanzia di stabilità. Secondo Istat, il reddito medio netto delle famiglie con pensionati nel 2018 “è stimato in 32 mila euro (2.670 euro mensili)”. Un reddito superiore, anche se non di molto, a quello delle famiglie senza pensionati (2.610 euro mensili). La metà delle famiglie con pensionati ha un reddito netto inferiore ai 25 mila euro (2.065 euro mensili). Valore che scende a 21 mila euro nel Mezzogiorno, mentre si attesta intorno a 28 mila euro nel Centro e a 26 mila euro nel Nord. I “nonni”, insomma, si confermano preziosi anche dal punto di vista della sicurezza economica che possono dare ai loro cari.