Si chiama Iswec e sta per Inertial Sea Wave Energy Converter. È il progetto che punta a produrre energia dal moto ondoso, realizzato da Eni insieme a Cdp, Terna e Fincantieri. È stato presentato a Ravenna, ma esordirà in Sicilia, al largo di Gela.
Energia per le piccole isole
L’accordo tra le imprese partecipanti passa dall’ideazione a quella della produzione industriale. In una prima fase si metterà a punto il modello di business e il piano complessivo. È in questo passaggio che, nella seconda metà del 2020, troverà spazio la prima installazione industriale: Iswec (che è già stato testato a Ravenna) sarà piazzato nei dintorni della piattaforma Eni Prezioso, al largo delle coste gelesi. Partirà poi la fase due, dedicata alla costituzione di una società e all’esecuzione del piano. Le prime applicazioni, secondo i programmi, dovrebbero arrivare nel 2021 sulle piccole isole italiane, per poi espandersi all’estero. La scelta, ha spiegato il ceo di Eni Claudio Descalzi, è dovuta al fatto che le isole consumano energia e la pagano 4-5 volte in più rispetto al continente perché usano gasolio e producono CO2.
Come funziona Iswec
Si parla da tempo delle energie da moto ondoso, senza però aver avuto applicazioni su vasta scala. Iswec punta su un “ibrido” composto da onde, fotovoltaico e da un sistema di stoccaggio che dovrebbe assicurare energia rinnovabile in luoghi non interconnessi alla rete, come appunto le isole minori. L’Italia si presta grazie al suo sviluppo costiero, con – ha spiegato Eni – un impatto ambientale inferiore rispetto a quello delle altre principali fonti rinnovabili terrestri già in uso”. Il progetto, ha concluso Descalzi, fa parte del “piano strategico di decarbonizzazione” di Eni.