“È una pre-parifica. Si stanno facendo delle valutazioni e poi ci vediamo alla parifica. Il giudizio è la parifica non la pre-parifica”. Scandisce bene le parole per ribadire più volte il concetto Gaetano Armao: l’analisi della Corte dei Conti sui debiti della Regione siciliana è ancora “in una fase istruttoria”. L’assessore all’Economia, e vicepresidente dell’esecutivo guidato da Nello Musumeci, non è solo sicuro che il debito non ci sia ma, raggiunto da FocuSicilia, rivendica la bontà del lavoro svolto. “Ai siciliani possiamo dire che abbiamo ridotto di 800 milioni il debito e che le agenzie di rating ci ritengono affidabili”, afferma Armao.
Un rosso da 110 milioni di euro. “Eredità del passato”
Dall’analisi della Corte dei conti che anticipa il documento ufficiale, atteso per il 13 dicembre, emerge però poca chiarezza sulle condizioni della cassa, nessun dato sui fondi vincolati e tre miliardi inutilizzabili. Non solo. Secondo la Corte, al netto dei pignoramenti, il risultato sarebbe di 124 milioni in positivo, ma poiché vanno considerati anche i vecchi debiti non pagati, i conteggi andrebbero in rosso di 110 milioni di euro. Eppure, nel rendiconto relativo al 2018 all’esame dei giudici, l’utile ammonterebbe a 314 milioni. Con una riduzione comunque sarebbe del 70 per cento rispetto all’anno scorso. Una situazione che per Armao non è responsabilità del proprio esecutivo, e che ha una spiegazione chiara: “Il resto è legato al passato, il pesante passato che abbiamo ereditato e che dobbiamo gestire nel modo più indolore possibile”, afferma l’assessore regionale all’Economia.
Cassa vincolata
Per quanto riguarda la cassa vincolata, inoltre, nonostante dalla Corte lamentino la mancanza di tutti i documenti regionali, il dato ammonterebbe a sei miliardi. “Abbiamo dovuto operare una ricostruzione con i dati ufficiali in nostro possesso e si è pervenuti a una quantificazione di un saldo in cassa da fondi regionali negativo pari a 6 miliardi e 5 milioni”, hanno evidenziato i magistrati contabili . “A fronte di questo corrisponde un saldo di cassa dei fondi vincolati da ricostituire abbastanza consistente”. Il ragioniere generale Giovanni Bologna ha aggiunto: “Questo aspetto rimarrà come ultima grande questione da affrontare, oltre a quelle che ci auguriamo di avere risolto o in corso di soluzione sulla cassa al di là del dato normativo e della obbligatorietà o meno della tenuta della cassa vincolata, sono convinto che una amministrazione debba avere sotto controllo tutte le voci che la riguardano per evitare che poi la mancata conoscenza esatta dei vincoli di cassa possa comportare una richiesta di restituzione di somme”.
“Non un buco, ma disavanzo”
Del problema di cassa ne aveva già parlato a settembre il governatore Nello Musumeci quando ha incontrato la stampa per fare il punto. “Non c’è un buco, ma un disavanzo di 7,3 miliardi di euro che si è accumulato per una serie di errori compiuti negli ultimi trent’anni anni”, aveva detto. Una dichiarazione sulla stregua di quella del suo assessore che punta l’accento sul lavoro svolto dalla sua amministrazione. Il problema comunque rimane. Per capire il dettaglio bisognerà leggere la parifica della Corte dei Conti che sarà resa nota il prossimo 13 dicembre, tra circa una settimana.