Due euro e otto centesimi di spesa procapite nelle ferrovie. Questo è quanto ha investito la Regione Siciliana dal 2009 secondo l’ultimo rapporto Pendolaria, elaborato da Legambiente. Il dato pone l’isola all’ultimo posto nazionale: se la provincia autonoma di Bolzano, primissima, ha investito 128 euro ad abitante, anche le altre regioni del Sud fanno meglio. Con la Campania che arriva a 12 euro, mentre la Calabria sfiora i 5. Eppure non mancano i dati positivi, almeno nel breve periodo: gli utenti regionali di Trenitalia sono cresciuti di oltre 900 mila unità (+ 12 per cento) nei primi nove mesi del 2019 rispetto all’anno precedente. Utenti “di ritorno”, visto che pongono la Sicilia allo stesso livello del 2011, con i 42 mila passeggeri giornalieri nel 2018 inferiori ai 44 mila di 9 anni fa.
Leggi anche – Nuovi treni in arrivo. Ma Musumeci: “Rfi troppo lenta”
Stanziato solo lo 0,14 per cento del bilancio regionale
Le note positive per la Sicilia si fermano poco oltre: si tratta della prima regione del Sud che utilizzerà i nuovi treni Pop. E il sistema di trasporto su rotaie, che nel computo include anche la Ferrovia Circumetnea, usufruirà di 54 nuovi treni per la metropolitana di Catania. Per il resto, la Sicilia è indietro su tratte, numero di vagoni, tempi di percorrenza e persino negli stanziamenti regionali nonostante miliardi di investimenti programmati. La Regione Siciliana, sottolinea Legambiente, ha stanziato nel 2018 lo 0,14 per cento del bilancio regionale per le ferrovie. Sono 29 milioni di euro per il materiale rotabile, parte dell’investimento per portare i 43 nuovi treni Pop, mentre zero per quanto riguarda gli stanziamenti per il servizio. Ovvero, soldi che andrebbero direttamente a favore dei passeggeri. Un dato sottolineato da Legambiente anche per quanto riguarda il Contratto di Servizio, che vede l’isola ultima in Italia con appena 11,5 milioni di euro investiti dal 2009 al 2018. Un totale per abitante di appena 2,08 euro, peggiore dato italiano.
Leggi anche – “Quelli lenti sono gli iter”. Il contrattacco di Rfi a Musumeci
Il record della Siracusa Trapani: 11 ore e 20 minuti
E peggiore in Italia è anche il dato sulle corse giornaliere, 486, contro le 2 mila e 560 della Lombardia, “una differenza di 5,6 volte”, come sottolinea il rapporto Pendolaria. Una conseguenza anche dello stato delle linee, con appena 193 chilometri su doppio binario a fronte di 1300 su monorotaia, l’87 per cento. E di queste tratte, solo il 54 per cento è elettrificata, con treni che mediamente hanno 19 anni. Una situazione che rende la tratta regionale tra Siracusa e Trapani, con 266 chilometri, la più lenta d’Italia con 11 ore e 21 minuti di percorrenza media.