“Credo che durante la pandemia molte persone abbiano rivalutato ciò che era importante per loro e ci siamo resi conto che dentro una libreria, eravamo felici”. Una dichiarazione d’amore firmata dalla trentenne Jessica Callahan che ha appena inaugurato il Pocket Books Shop a Lancaster, in Pennsylvania. Tendiamo a dimenticare, a rimuovere il ricordo dei due anni trascorsi fra lockdown e mascherine ma in quei giorni di panico, le librerie erano diventati un nucleo di resistenza e incontro e oggi, l’American Booksellers Association conta quasi 300 membri in più rispetto al 2019. Numeri in rialzo e trend positivo, con i dati delle vendite che raggiungono quelli di venti anni fa. Un trionfo. Non solo, l’età media degli utenti si è abbassata e la fascia fra gli adolescenti e i ventenni – grazie ai manga e i consigli di lettura che arrivano da TikTok – è diventata dominante, con un sostanziale incremento di fatturato delle librerie.
Si è “lettori forti” con un solo libro al mese
America chiama Europa. Anche in Francia c’è stato un aumento delle librerie fisiche e così in Italia, terra di santi, navigatori e poeti, in cui la lettura ancora latita. Parlano i numeri: a fronte di oltre 65mila novità annue che invadono gli scaffali, con appena dodici libri letti – ovvero, uno al mese – si rientra nella categoria elitaria dei “lettori forti”. Pienamente allineato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano ha dichiarato: “la lettura è un antidoto alla superficialità e alla dispersione mentale che la cultura dei social media spesso incoraggia”. Per poi aggiungere: “Mi sono autoimposto di leggere un libro al mese. È un fatto di disciplina. Come andare a messa”.
Leggi anche – Libri, nel 2021 il mercato vale oltre 3,4 miliardi. E il cartaceo batte l’ebook
Un risicato ma significativo +0,1 per cento
Siamo ben lontani dai numeri clamorosi statunitensi ma anche l’Italia registra un risicato ma significativo +0,1 nel 2022 sull’anno precedente. I dati ufficiali forniti dall’Ali, l’Associazione dei librai italiani attestano che in Italia ci sono 4424 librerie di cui 327 vendono l’usato. Due librerie su cinque sono al Nord e un terzo al Sud (33,7 per cento). Una classifica guidata da Lombardia e Lazio (rispettivamente con 569 e 538 esercizi commerciali al dettaglio) con la Sicilia che passa da 334 a 338, registrando un +1,2 per cento ancor più significativo tenendo in considerazione che Basilicata (-2,3 per cento) e Calabria (-2,8 per cento) sono in trend negativo.
Come stanno le librerie? I dati dell’Osservatorio AIE
Ma come stanno le librerie? I numeri dicono che l’indicatore dei ricavi è in aumento (da 49 a 53) ma peggiora il sentiment nei confronti della previsione delle vendite nel periodo estivo mentre è in aumento l’indicatore relativo alla liquidità delle imprese (era 38 a giugno 2022 ora si attesta al 43). Secondo i dati dell’Osservatorio AIE sulla lettura a cura di Pepe Research, le librerie fisiche consolidano la loro posizione come primo canale di vendita dei libri (53,8 per cento) con un nuovo calo dell’online che si attesta al 41,5 per cento. Nelle prime sedici settimane dell’anno, sono state vendute 31,2 milioni di copie (dato stabile rispetto al 2021) ma la grande sorpresa è l’esplosione del romanzo d’amore, segnando un clamoroso più 101,3 per cento rispetto al 2019. E difatti, il libro più venduto dello scorso anno è Il fabbricante di lacrime di Erin Doom, l’autrice sotto pseudonimo edita da Salani che ha conquistato i cuori dei teenager, fra amori travagliati e scelte difficili.
Leggi anche – La Sicilia che piace alla Francia. Ospite d’onore al Festival du Livre de Paris
Le librerie hanno sconfitto la pandemia
Un fenomeno esploso in piena pandemia e non è certo un caso. Mentre tutte le interazioni sociali erano in quiescenza ed erano chiusi in casa per rispettare le regole, i giovani lettori hanno trovato le emozioni vivide, le passioni lancinanti e i drammi sentimentali di cui avevano bisogno, proprio fra le pagine dei libri, vivendo mille altre vite e celebrando nel migliore dei modi la potenza delle storie. Questi lettori rappresentano il futuro e per fidelizzarli – sempre in base al report Ali – quasi il 73 per cento delle librerie si dedica alla cura del proprio spazio commerciale mentre il 57,3 per cento punta ad accrescere la propria presenza sul web, fra sponsorizzazioni ed eventi in diretta sui social network. Sia come sia, i numeri dicono che le librerie sono fra i pochissimi esercizi commerciali ad aver sconfitto la pandemia, puntando proprio sull’incontro, sconfiggendo la paura. Fra mascherine, gel disinfettanti e vaccini, le librerie sono state una valvola di sfogo e di speranza e i dati odierni sono l’elogio del rapporto personale che si instaura fra il lettore e il libraio, con buona pace dell’algoritmo e della sua – presunta e tutta da dimostrare – infallibilità.