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Malattie professionali, in Sicilia meno morti e denunce. I dati Inail

Dal 2016 al 2019 i decessi per patologie legate al lavoro nell'Isola sono quasi dimezzati. E, anche se "statisticamente non è un dato significativo" per il direttore regionale Inail Sicilia, Carlo Biasco, si tratta di un "segnale importante. Abbattere ulteriormente questi dati è sempre possibile, ma serve l'impegno di imprenditori e lavoratori”

Di lavoro, in Sicilia, ci si ammala un po’ meno. È quanto emerge dalle denunce delle malattie professionali nell’isola sulla scorta degli ultimi dati pubblicati dall’Inail, sia per i cosiddetti dati consolidati, ovvero definitivi, relativi al quinquennio 2016-2020, sia per i provvisori relativi al 2021. Nei cinque anni si evince un calo generalizzato: si passa dalle 1705 denunce del 2016, alle 987 denunce del 2020, anche se quest’ultimo dato è influenzato dai mesi di lockdown che hanno frenato la produzione. Tuttavia, nel quinquennio, il 2019 – con 1664 denunce – registra una parziale risalita rispetto al 2018 (1537 denunce, più 8,26 per cento) e al 2017 (1577), ma un calo rispetto all’anno di partenza.

Denunce di malattie professionali per gestione, genere e anno di protocollo in Sicilia. Dati Inail

Inail: “Trend in diminuzione, ma il 2020 influenzato dalle minori visite”

Ad aiutarci a comprendere meglio i movimenti delle malattie professionali in Sicilia, è il responsabile della direzione regionale Inail, Carlo Biasco, che rileva la tendenza positiva: “Gli ultimi dati disponibili – sottolinea – evidenziano un trend in diminuzione. Nel 2020 le malattie professionali rallentano decisamente, ma è l’anno della pandemia ed il dato delle denunce risulta inevitabilmente influenzato dalla minore propensione a uscire di casa per farsi visitare. Bisogna specificare che le malattie professionali non hanno la stessa dinamica degli infortuni sul lavoro: vengono diagnosticate, spesso dal medico curante, a distanza di anni dall’attività che li genera e sono il prodotto della sensibilità sociale verso questo tema, che negli ultimi anni è giustamente aumentata, mentre l’infortunio, essendo un atto violento, è maggiormente percepito dall’opinione pubblica. La diminuzione delle denunce nell’ultimo quinquennio significa che le attività di prevenzione, mediamente, hanno effetto”.

Denunce di malattie professionali per settore e anno di protocollo in Sicilia. Dati Inail

“Spesso i numeri sono statisticamente poco significativi”

I dati relativi al 2019 sono in lieve rialzo rispetto al 2017 e al 2018, ma inferiore rispetto al 2016. “Teniamo sempre presente – aggiunge il direttore di Inail Sicilia – che in Regione parliamo di numeri contenuti, cento casi fra 2018 e 2019, che potrebbero riferirsi a malattie professionali multiple, ovvero una sola denuncia con diverse patologie per la stessa persona. Dall’esame dei dati ricaviamo comunque la morbilità di alcune lavorazioni, che bisognerà interpretare attraverso l’esame dei documenti di valutazione del rischio delle ditte interessate, per poi agire di conseguenza per rendere sicura quel tipo di lavorazione. C’è pure da rilevare che, analizzando le categorie delle malattie, a volte i numeri, soprattutto se presi per provincia, sono talmente piccoli da non essere statisticamente significativi”.

Dati 2021 – provvisori – a confronto con il 2020 in Sicilia. Dati Inail

Anche i decessi sono in calo

Sono disponibili anche i dati relativi al 2021, definiti “provvisori” in attesa del consolidamento che avverrà nel tempo. Anche in questo caso nelle denunce delle malattie professionali (1143) si registra un calo rispetto al 2016 e al 2019, ma una risalita rispetto al 2020 che, come abbiamo visto, è influenzato dalla pandemia. Nel quinquennio, sono in netto decremento i decessi con riconoscimento di malattia professionale: nel 2019 (66) sono quasi la metà rispetto al 2016 (118). “Indicazioni importanti, ma comunque statisticamente non significative perché i numeri sono contenuti – rileva Biasco – . Il fenomeno deve però essere tenuto sotto stretto controllo e occorre continuare a lavorare sulla prevenzione”.

Lavoratori deceduti con riconoscimento di malattia professionale per gestione, genere e anno di decesso in Sicilia. Dati Inail

Il nodo delle malattie respiratorie

Le principali malattie professionali, con oltre la metà dei casi denunciati (834 nel 2019 che rappresentano il 50,12 per cento ), riguardano il sistema osteomuscolare ed il tessuto connettivo con un leggero calo o, al massimo, una tendenza stabile. Le malattie da porre in relazione all’esposizione del lavoratore agli agenti nocivi registrano, al contrario, una crescita dal dato di partenza del 2016 (104): tralasciando il 2020, anno come detto statisticamente non significativo per via della presenza dell’emergenza Covid, nel 2017 le denunce sono 131, nel 2018 sono 138, nel 2019 sono 114. Le malattie del sistema respiratorio sono 327 nel 2019 mentre nel 2016 erano 208.
Stando ai numeri, quindi, sembrerebbe che l’aria che il lavoratore respira peggiori negli anni.“Intanto – specifica il direttore regionale Inail – l’aria che provoca malattie respiratorie normalmente si respira in ambienti confinati, e il dato dei tumori va scomposto in diversi fattori. Per le malattie del sistema respiratorio va fatto un ragionamento sulle imprese che hanno originato le denunce e questo richiede tempo. Quando viene diagnosticata una malattia non è detto che l’impresa in cui il lavoratore è occupato in quel momento sia quella da cui la malattia ha avuto origine, poiché questa può essere riferita ad una ditta in cui ha lavorato anni prima, anche molti. Ad esempio, il mesotelioma pleurico, il cancro da amianto, può essere diagnosticato anche trent’anni dopo aver respirato le fibre nocive. Presto potremo ragionare sulle mappe del rischio, studiate e contenute in pubblicazioni che la sovrintendenza nazionale Inail sta per presentare, e che potranno mostrare studi a ritroso sulle lavorazioni che hanno originato le malattie”.

Una fotografia sulla qualità del lavoro in Sicilia

È ancora lunga la strada da compiere per abbattere ancor di più le denunce di malattie professionali e i decessi legati al lavoro. “Al tempo del mio ingresso nell’Inail ogni anno gli infortuni erano quasi tremila, e le denunce un milione e mezzo. L’obiettivo della Comunità Europea era la riduzione delle malattie professionali, degli infortuni e dei decessi del 25 per cento in 7 o 8 anni. Ritenevamo che questi obiettivi fossero troppo ambiziosi, ma in vent’anni le denunce sono diminuite di oltre il 50 per cento, così come i decessi. Abbattere ulteriormente questi dati è sempre possibile, ma l’azione dell’Inail può arrivare sino ad un certo punto: anche gli imprenditori ed i lavoratori dovranno impegnarsi per raggiungere questo traguardo. La produzione difatti – conclude il direttore regionale Inail – deve essere svolta secondo uno sviluppo sostenibile e senza forzare le norme sulla sicurezza, come purtroppo alcuni casi recenti di cronaca hanno drammaticamente dimostrato”.
La tendenza di un calo delle malattie professionali è chiara: bisognerà osservare nei prossimi anni l’impatto post pandemia e capire se il trend si sarà consolidato o se, al contrario, la tanto agognata ripartenza renderà meno sicuri i luoghi di lavoro siciliani.

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Pietro Nicosia
Pietro Nicosia
Iscritto all’Albo dei Giornalisti dal 1993, collabora con le differenti tipologie di media: carta stampata, tv, internet. Fra le diverse forme di giornalismo predilige il racconto dei luoghi siciliani con le immagini e con le parole.

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