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Medici e primari in pensione: i reparti e i distretti dell’Asp di Catania a rischio

Molti medici dell'Asp di Catania, primari e responsabili, aspettano di sapere se rimarranno in servizio fino ai 70 anni, ma la scelta sembra obbligata. Senza chiuderebbero i consultori di Catania e Ramacca e interi reparti come a Giarre, Palagonia e Caltagirone

I consultori di Catania e Ramacca, il distretto sanitario di Caltagirone. Sono solo alcuni degli uffici sanitari dell’Asp Catania che rischiano di rimanere senza medici se non dovesse presto risolversi la vicenda delle lettere inviate alla dirigente della direzione amministrativa e trattamento economico a numerosi medici, invitandoli ad avviare le pratiche per la pensione d’ufficio. Quel che oggi trapela, però, è che il commissario dell’Asp etnea Maurizio Lanza al suo rientro in sede troverà sul suo tavolo la relazione, caso per caso, sui medici che stanno per compiere 67 anni di età e che per questo una settimana fa sono stati raggiunti dalla tanto contestata lettera. E c’è chi giura e spergiura negli uffici Asp che il manager firmerà quasi tutti i provvedimenti di proroga del contratto di lavoro.

Rimanere in servizio sino al compimento del 70° anno

La vicenda ha, comunque, suscitato un vespaio di polemiche e di forte contrapposizione tra le varie direzioni dell’azienda sanitaria. Se non altro per il fatto che tra questi medici raggiunti dal provvedimento dell’Asp di Catania ci sono responsabili di distretti e primari di reparto. Figure che al momento, con la carenza di personale sono come manna dal cielo. Inoltre  tutti i medici oggetto del provvedimento avevano fatto per tempo domanda alla propria direzione per rimanere in servizio sino al compimento del settantesimo anno di età, secondo quelle che sono le disposizioni di legge. Per questo non si capisce che genere di cortocircuito si è verificato all’interno dell’azienda sanitaria per arrivare ad emettere un provvedimento che di fatto, se applicato alla lettera, avrebbe creato gravissimi problemi di tenuta dell’assistenza sanitaria. Evidentemente all’Asp di Catania c’è stata una mancanza di dialogo e di comunicazione tra i vari uffici.

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Rischio di una grave ricaduta sull’offerta sanitaria

Quello che appare comunque chiaro è che dopo che questo giornale si è occupato della vicenda il commissario Lanza ha mandato una nota. Rende noto che già a maggio aveva dato disposizione alla direzione sanitaria dell’Asp di Catania di riunire i capi dipartimento. L’obiettivo era di avere un parere chiaro caso per caso sui medici che stanno raggiungendo l’età pensionabile. Cosa che adesso la direzione sanitaria ha concluso, inviando le posizioni alla direzione generale che dovrà decidere. Il parere della direzione sanitaria è comunque chiaro ed è già stato espresso nella lettera che il direttore Antonino Rapisarda ha scritto il 13 ottobre scorso, non appena i medici raggiunti dal provvedimento hanno cominciato a protestare. Nella lettera inviata al commissario straordinario e al direttore amministrativo Giuseppe Di Bella, Rapisarda scrive che c’è la “necessità del mantenimento in servizio dei dirigenti sanitari che ne hanno fatto richiesta, che posseggono i requisiti e si invitano le ss. ll. in indirizzo a voler procedere in tal senso declinando lo scrivente da qualunque responsabilità derivante da omissioni in questo ambito, che porterebbero senz’altro a una ricaduta gravemente negativa sull’offerta sanitaria e sulla tutela della salute pubblica”.

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Quali distretti rischiano di essere sguarniti

Rapisarda ha lasciato capire chiaramente che c’è una sola soluzione al momento percorribile. Occorre rinnovare i contratti a questi professionisti se non si vogliono chiudere alcuni importanti servizi assistenziali. Tra l’altro a rischiare la paralisi ci sono numerosi ambulatori e reparti. Oltre al responsabile del distretto sanitario di Caltagirone, altri medici raggiunti dal provvedimento sono il responsabile dell’Igiene pubblica di Palagonia, il primario della Medicina di Giarre. E inoltre molti colleghi della Medicina del territorio nei vari Distretti Asp. Tutte figure di alta professionalità ed esperienza che l’azienda non saprebbe al momento come sostituire. Inoltre ci sarà da risolvere anche il caso del direttore medico di presidio dell’ospedale di Paternò che ha deciso di andare volontariamente in pensione. Ma questo è un caso a parte.

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Alcune divergenze restano

Verrebbe da dire: “tutto è bene quel che finisce bene”, ma pur sempre con piccoli distinguo. Sembra che alcuni capi dipartimento avrebbero contestato la linea indicata dalla direzione per la formulazione dei pareri complessivi sui medici. Alcuni capi dipartimento avrebbero spiegato che a loro spetterebbe emettere solo il parere relativo al profilo sanitario di ogni medico e alla necessità di mantenerlo in servizio, non un parere sulla idoneità dei requisiti di legge per mantenerlo ancora in servizio. La spiegazione di questi responsabili è che queste informazioni di carattere amministrativo devono essere fornite dalla direzione di riferimento che è quella che possiede i curricula dei singoli medici.

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Giuseppe Bonaccorsi
Giuseppe Bonaccorsi
Giornalista professionista con un passato di redattore esperto per molti decenni al quotidiano "La Siclia". Ha collaborato attivamente con diverse testate regionali e nazionali e per anni con l'agenzia stampa "Quotidiani associati". Attualmente collaboratore di diverse testate giornalistiche nazionali e regionali e in particolare de "Il dubbio", il "Fatto quotidiano" e "Domani".

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