Un finanzamento da 50 mila a due milioni di euro, a fondo perduto e “senza alcuna forma di garanzia né personale, né reale, né bancaria, né assicurativa” rivolto alle imprese siciliane già confiscate o sequestrate alla criminalità organizzata. Lo ha annunciato il ministero dello Sviluppo economico: 15 milioni e 400 mila euro sono ancora disponibili fino ad esaurimento delle risorse. Gli interventi sono finalizzati a sostenere le imprese in programmi biennali relativi al fabbisogno finanziario aggiuntivo, determinato da un insufficiente accesso al credito bancario o dalla sua contrazione, e per investimenti produttivi, per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, per ristrutturazione e riorganizzazione aziendale, finalizzati alla tutela e incremento dei livelli occupazionali ed emersione del lavoro irregolare.
Quindici anni per restituire la somma
L’agevolazione è riservata esclusivamente alla regione Sicilia, la Regione con il più alto numero di imprese confiscate e alla quale sono stati destinati un totale di 20 milioni di euro (4 milioni e 600 mila sono già stati utilizzati). Nel resto d’Italia il totale dei fondi stanziati è di 28 milioni, 26 dei quali ancora inutilizzati. Per accedere al finanziamento, della durata compresa tra i tre e i quindici anni, comprensivi di un periodo di preammortamento massimo di cinque anni e concesso nei limiti di intensità agevolativa previsti a seconda del settore di appartenenza del soggetto beneficiario, bisogna fare riferimento ai regolamenti de minimis numeri 1407/2013, 1408/2013 e 717/2014.
Procedura a sportello e valutazione sull’ultimo bilancio
Le agevolazioni sono concesse mediante procedura valutativa a sportello, e per accedere l’impresa deve possedere una serie di requisiti. Oltre a essere iscritta nel registro delle imprese e risultare nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, ovvero non risultare in stato di scioglimento o liquidazione, non essere sottoposte a procedure concorsuali per insolvenza o ad accordi stragiudiziali o piani asseverati o ad accordi di ristrutturazione dei debiti. deve avere un rapporto tra patrimonio netto e totale dell’attivo di bilancio non inferiore al 5 per cento in riferimento all’ultimo bilancio approvato. Per le società di persone e le imprese individuali il patrimonio netto è considerato integrato con il patrimonio dei soci o del titolare, rilevato dalla dichiarazioni dei redditi, e ridotto dei prelevamenti dei soci o del titolare. Tra i parametri considerati da ministero anche flusso di cassa (cash flow)m, che non deve essere inferiore alla somma degli impegni annuali per capitale derivanti dal finanziamento agevolato richiesto e degli altri finanziamenti già erogati all’impresa beneficiaria nell’esercizio in corso e negli esercizi precedenti e in essere alla data di presentazione della domanda: le capacità di rimborso sono valutate sia sui bilanci approvati che su quelli previsionali.