Il centro studi Pio La Torre ha analizzato i dati Inail sugli infortuni e le morti sul lavoro in Italia aggiornati al 31 luglio 2019. Secondo quanto riportato dagli open data Inail nei primi sette mesi di quest’anno vi sono stati ben 13 morti bianche in più rispetto allo stesso periodo del 2018, per un totale di 49: 29 nell’industria e servizi, 8 in agricoltura, 2 nel pubblico impiego. Ad essi vanno aggiunti, tra agosto e la prima decade di settembre, gli incidenti mortali avvenuti a Randazzo, Alcamo e Polizzi Generosa. “Una vera e propria strage alla quale bisogna por fine mettendo il tema al centro dell’attenzione della pubblica opinione e delle iniziative sindacali”, afferma Franco Garufi, direttore del centro studi, in una nota sul sito ufficiale.
Secondo quanto rilevato le denunce mensili di infortuni sono salite da 1955 del luglio 2018 a 2020 d luglio 2019, con una diminuzione solo nel periodo gennaio-luglio, dove tuttavia sono aumentate le morti: da 16275 a 16126. Di queste ben 1814 nell’industria e servizi, e sono state 243 le denunce di infortunio in itinere presentate nel corso del mese di luglio da chi si recava a lavoro. Gli infortuni sono aumentati in modo significativo a Palermo, Messina, Ragusa e Trapani e riguardano lavoratori sempre più anziani: ben 516 nella classe d’età compresa tra 55 e 69 anni. “Segno questo – commenta Garufi – che la famosa ‘quota cento’ non ha risolto i problemi creati dalla legge Fornero e che lavoratori sempre più vecchi pagano a prezzo più caro le carenze nella sicurezza determinate dai mancati investimenti aziendali, dalla non attuazione dei percorsi formativi pur esistenti e dall’insufficienza delle strutture della Regione addette ai controlli, Ispettorati del Lavoro ed ASP in particolare”.