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Navi, tariffe più care. Assotir: “Proteste dopo l’Epifania”

Salgono i costi delle autostrade del mare. Gli armatori hanno aumentato i prezzi per coprire le spese dovute alle nuove norme anti-inquinamento. Gli autotrasportatori non ci stanno

Il nuovo anno è iniziato con un rincaro del 25 per cento sulle tariffe delle cosiddette autostrade del mare. Il primo gennaio sono entrate in vigore le nuove regole che, a livello mondiale, obbligano a utilizzare carburanti navali con un contenuto di zolfo inferiore allo 0,5 per cento di massa per massa. Le navi hanno quindi bisogno di modifiche, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento. Secondo le associazioni di categoria, però, gli armatori starebbero riversando i costi sugli autotrasportatori. Non solo. Gli aumenti neutralizzerebbero l’effetto ecobonus (che prevede sconti per i mezzi che scelgano le navi), e incentiverebbero la circolazione dei mezzi pesanti su strada. Potrebbero inoltre provocare un ritocco sul prezzo di molti prodotti, a discapito dei cittadini. La protesta degli autotrasportatori si sta muovendo in tre direzioni: un’interrogazione parlamentare, una denuncia all’Antitrust e una grande mobilitazione subito dopo l’Epifania.

Aumenti del 25 per cento

Le nuove regole sono previste dalle modifiche del 2010 all’allegato VI della Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi (Marpol). La risoluzione di modifica adottata dall’Imo è di due anni prima ed è stata adottata dall’Unione Europea con la direttiva 2016/802. L’aumento delle tariffe è “una stangata che varia a seconda della lunghezza delle tratte”, spiega Claudio Donati, segretario nazionale di Assotir, l’Associazione delle imprese di autotrasporti. “L’aumento oscilla da 3 a 14 euro al metro lineare. Circa il 25 per cento sul costo del trasporto via mare”. Le tratte colpite sono quelle da e per l’Italia, in particolare Sicilia e Sardegna, e Malta. “Una mazzata giustificata dalla lotta all’inquinamento, peraltro doverosa”, sottolinea Donati. Il punto, però, è che “gli investimenti degli armatori vanno pagati dagli armatori e non dagli autotrasportatori”. “Il problema più serio è per le lunghe tratte”, dice Pino Bulla, vicepresidente di Assotir. “Prendiamo ad esempio la Catania-Ravenna. Per un autoarticolato di 16,5 metri, questo aumento vale 250 euro”.

Il messaggio di Tirrenia

Le navi dovranno ridurre le loro emissioni di tre punti percentuali. Per farlo, si legge sul documento europeo, “l’Unione dovrebbe riconoscere i metodi alternativi già noti, come l’uso di sistemi di depurazione dei gas di scarico a bordo, il mix di combustibile e gas naturale liquefatto o l’uso di biocarburanti”. Insomma, o si installa uno scrubber (cioè impianti di “pulizia” dei gas di scarico) che abbatta le emissioni o si converte la propria flotta al Gnl (gas naturale liquefatto). In entrambi i casi, gli armatori devono sostenere delle spese. “Ragion per cui – ha scritto ai suoi clienti il gruppo Onorato, proprietario di Tirrenia – con decorrenza 1 gennaio 2020 sarà applicato un adeguamento tariffario di Sulphur surcharge Imo 2020 al metro lineare”. Cioè, appunto, un aumento. Questo comunque, specifica l’armatore, “non copre tutti i maggiori costi che la compagnia ha sostenuto e sosterrà”. Non tutto insomma, ma almeno una parte sì.

Aumenti anche per le auto

Gli aumenti riguardano un po’ tutti. Auto comprese, anche se in misura ridotta. La Caronte fa sapere che il costo di una tratta in auto per attraversare lo Stretto di Messina è di 39 euro. La tariffa è già stata aumentata di un euro lo scorso giugno e non si prevedono altri ritocchi. Grimaldi conferma “lievi aumenti anche per la auto”, anche se “dipende” da alcuni fattori: “Abbiamo sempre tante offerte e in generale prima si prenota e più il prezzo è basso”. Al di là delle tratte, secondo Assotir, ci saranno aumenti a catena. Gli armatori sugli autotrasportatori, questi ultimi sui rivenditori e infine sui cittadini. “Non si può sostenere questo peso e, almeno in parte, anche noi dovremo fare degli aumenti”, dice il presidente di Assotir Catania, Santo Zuccaro.

Più camion su strada

La nave è un mezzo comodo per gli autotrasportatori, perché permette di evitare molte ore in strada e di rispettare l’equilibrio tra ore di sonno e di guida. Non solo. È anche più sicuro dato che “dal gennaio dello scorso anno, la legge obbliga a dormire fuori dal camion”, ricorda Bulla. Eppure, secondo Assotir, gli aumenti potrebbero convincere molti autotrasportatori ad abbandonare le navi. Viaggiare via mare, a volte (già negli anni scorsi) era più salato che farlo su strada. Ma i costi erano ammortizzati dall’ecobonus del governo. Tuttavia, con le nuove tariffe, secondo gli autotrasportatori questo ragionamento non è più valido. L’ecobonus non è più sufficiente e la conseguenza sarà un aumento dei mezzi di trasporto commerciale sulle strade.

L’interrogazione parlamentare

Assotir non accetta questa “decisione unilaterale che mira solo a fare cassa con le nostre tasche. Ci sono gli estremi per ricorrere alla magistratura”, dice Pino Bulla. La categoria ha quindi chiesto e ottenuto dalla senatrice Urania Papatheu un’interrogazione parlamentare. “Anche perché la politica è in silenzio, come se un fatto come quello che sta avvenendo, sulla pelle di tanta gente, sia normale”, aggiunge il vicepresidente di Assotir. Con l’interrogazione si chiede “se questo governo intende adottare misure urgenti per impedire l’aumento indiscriminato delle tariffe sui prezzi dei trasporti e se intende, altresì, disporre la convocazione delle parti per affrontare quanto rappresentato ed individuare le opportune iniziative da porre in essere per contrastare i presumibili effetti negativi della normativa internazionale nel nostro Paese”.

“Non un vero cambio nelle flotte”

L’associazione, inoltre, accusa gli armatori di non avere effettuato un vero cambio nelle flotte. “Ci sono delle cose che non sono chiare. Ci stanno prendendo in giro, perché l’inquinamento sarà ridotto solo nei porti. Le nuove navi che il gruppo Grimaldi metterà in circuito – spiega Bulla – hanno, di fatto, motori simili a quelli precedenti. Avranno un sistema di alimentazione ibrida, quindi useranno combustibili fossili tradizionali durante la navigazione e di energia elettrica in porto. L’inquinamento, quindi, continua in mare aperto”. Mentre ai danni degli autotrasportatori si consuma quella che Assotir definisce “una frode”. Ecco perché “dopo l’Epifania la protesta nei grandi porti siciliani e sardi si scatenerà”.

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Desirée Miranda
Desirée Miranda
Nata a Palermo, sono cresciuta a Catania dove vivo da oltre trent'anni. Qui mi sono laureata in Scienze per la comunicazione internazionale. Mi piace raccontare la città e la Sicilia ed è anche per questo che ho deciso di fare la giornalista. In oltre dieci anni di attività ho scritto per la carta stampata, il web e la radio. Se volete farmi felice datemi un dolcino alla ricotta

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