Come tutte le economie, anche la Blockchain economy non è composta solo dagli investimenti. Di mezzo ci sono evoluzioni tecnologiche, norme, sicurezza. E lavoro. Sono stati i temi toccati durante il Firenze Blockchain Day, un evento promosso da Assocoin, l’associazione siciliana che studia la tecnologia Blockchain, con la partecipazione di Scrypta Foundation.
Le nuove professioni
A parlare di lavoro e Blockchain, sul palco di Firenze è salito Tiziano Tridico, youtuber cui fa effetto definirsi youtuber. Perché, dice, da ingegnere informatico mai avrebbe pensato di diventare un divulgatore, con un canale da 16 mila iscritti. Anche lui, in fondo, fa parte di quei “nuovi mestieri della blockchain economy”. Un universo ancora da definire, ma proprio per questo ricco di opportunità. Dire quali sono le esatte mansioni, infatti, non è semplice. Per dimostrarlo, Tridico ha utilizzato un sistema empirico: ha scritto su Google “New blockchain professions” per vedere cosa restituisce il motore di ricerca. Ne viene fuori un elenco forse sorprendente, di sicuro ancora vago. Dall’head of communications al VP Crypto, da events coordinator graphic designer. E ancora: full stack developer, customer service representative, director of product marketing. “Ci sono anche figure di vertice”, nota Tridico, come un vicepresidente con delega al mondo crypto. Ma i ruoli “tecnici” sono solo un frammento: servono professionalità in grado di sviluppare, ma anche di coordinare e comunicare. È la prova, secondo Tridico di una domanda che non cerca (o non cerca ancora) “figure definite”, ma “che si mischiano, senza limitarsi al proprio settore”.
Parola d’ordine: malleabilità
Per confermarlo, lo youtuber ha ripreso un’altra statistica: i ruoli richiesti su AngelList, piattaforma per la ricerca di lavoro che guarda soprattutto al mondo delle startup e del venture capital. La maggioranza (oltre il 60 per cento) è costituita da “ingegneri”, senza però specificare di che tipo. Un altro 10 per cento abbondante fa capo alle “operations”, cioè a quelle professionalità “responsabili dello sviluppo e della realizzazione del progetto”. Sommando queste due categorie, sottolinea Tridico, si nota che oltre il 70 per cento delle risposte è “generica o super generica”. Le mansioni più specifiche (dal design ai contenuti, dal marketing al business) si spartiscono il resto. È la conferma che nella blockchain economy attuale “bisogna essere molto malleabili” e “conoscere più di un aspetto”. Un tecnico non può prescindere da competenze che riguardano modello di business e comunicazione. Così come un manager, pur senza essere un esperto di blockchain, deve sapere di cosa si tratta, di quali sono le possibili implicazioni. Insomma: deve conoscere le basi, a partire da “Bitcoin: un sistema di moneta elettronica peer-to-peer”, il paper firmato da Satoshi Nakamoto dal quale tutto è partito.
Cosa vuol dire “cambio di paradigma”
Dietro al “cambio di paradigma” economico e tecnologico che la blockchain potrebbe portare – afferma Tridico – c’è quindi un cambio di paradigma professionale. “La Blockchain – spiega – non ha confini territoriali”. Potrebbe quindi creare professioni “aperte al mondo e slegate dai confini”. Quindi anche dai luoghi, come l’ufficio. Al dì la di un mondo in evoluzione, più o meno “stanziale”, con mansioni più o meno settoriali, le competenze nel campo della Blockchain “sono un asset che potrebbe essere rivendibile nel mondo professionale”.