Open to Meraviglia doveva essere il brand 3.0 per rilanciare il made in Italy, la geniale trovata per veicolare l’italian style a suon di milioni, sfruttando le bellezze della penisola e accoppiandole con l’iconica Venere del Botticelli. Era stata annunciata una campagna pubblicitaria in grande stile con un budget di nove milioni di euro. E a fronte di qualche passo falso di troppo – con tanto di lettera aperta sui quotidiani italiani per rispondere alla pioggia di meme – la Ministra del Turismo, Daniela Santanchè aveva messo la propria faccia con sprezzo di chi osava contestarla. Scettici contro favorevoli, restava una sola domanda. Tirare giù la Venere e renderla social in stile Ferragni, immortalarla con una pizza sul lago di Como o in Vespa davanti al Colosseo avrebbe davvero fatto centro all’estero o era solo una cafonata?
Account “Open to meraviglia” fermo da mesi
La campagna da “virtual content creator e testimonial” era stata lanciata appena lo scorso aprile ma la Venere è desaparecida da un bel pezzo. Sparita da Twitter, ormai introvabile su Facebook e TikTok, l’account ufficiale VenereItalia23 non pubblica un post su Instagram dallo scorso 27 giugno. E così, anziché rilanciare la costiera amalfitana e le spiagge italiane, l’account è rimasto silente nel bel mezzo della stagione estiva: una scelta incomprensibile. L’ultimo post su Instagram risale a oltre due mesi fa, il 27 giugno. Su YouTube è stato cancellato lo spot pubblicato in occasione della presentazione. Secondo quanto riportato da Repubblica, questo video era costato 138 mila euro ovvero duemila euro in meno della soglia oltre la quale serve una gara d’appalto pubblica. E per giustificare l’assenza di una gara, il dipartimento per l’editoria della presidenza del Consiglio riferiva di condizioni speciali “dettate da urgenza”.
Inchiesta contabile sulla “Venere” di Santanchè
Ma d’ora in poi si andrà avanti a carte bollate visto che – come rivela ancora Repubblica – la Corte dei Conti del Lazio si è messa in moto e la procura ha deciso di aprire un fascicolo per danno erariale, decisa a scoprire che fine abbiano fatto i soldi pubblici della mega-campagna di marketing messa in piedi dalla ministra. Certo, i segnali d’allarme c’erano già. Il dominio ufficiale non era stato registrato, le immagini della Venere del Botticelli erano state prese dai cataloghi gratuiti in Rete e il video lancio era stato girato in parte in Slovenia. E meno male che avrebbe dovuto rilanciare il made in Italy. Però Santanchè ha replicato che la pausa mediatica sarebbe una “scelta ponderata”, per “far atterrare le campagna sul portale italia.it”.
Le traduzioni sbagliate e l’ipotesi “fuga”
Lo ricordate? Era proprio il portale in cui erano state postate traduzioni letterali che storpiavano i nomi delle località turistiche italiane. Con Camerino che diventa Garderobe e Prato che si trasforma in Rasen. Intanto, i followers sono in fuga piombando a quota 187 mila e l’ultima laconica immagine virtuale, ritrae la Venere a Taormina. A questo punto sorge un sospetto, la Venere sarà fuggita all’estero per togliersi dall’imbarazzo?