Un sistema per aiutare gli automobilisti a combattere contro il “nemico” più antipatico: il parcheggio. Si chiama Park Smart, è una startup catanese e ha l’obiettivo di semplificare la ricerca di posti auto. Utilizzando telecamere, algoritmi di Intelligenza artificiale e applicazioni per smartphone.
Quando nasce e come funziona
“L’idea è nata nel 2014, una novità per il mercato che non offriva ancora nulla del genere”, spiega il fondatore e Ceo, Carlo Sciuto. Lo sviluppo dell’algoritmo è stato possibile grazie ai riconoscimenti e ai premi (in denaro) ottenuti, e da uno scambio con l’Università di Catania con cui è stato finanziato un dottorato di ricerca. È implementato sul sistema un dispositivo IoT (Internet of things), chiamato Aisee, che estrae le informazioni sullo stato di occupazione degli stalli e le invia ad un cloud server. Il sistema, affermano i creatori, ha una protezione totale della privacy mediante un sistema di analisi in tempo reale senza registrare o inviare immagini o video e senza l‘intervento di operatori ai terminali. “Tutto questo grazie alla squadra che abbiamo formato. Dopo i primi due anni eravamo in cinque, adesso siamo in undici”, racconta Carlo Sciuto. Oggi Park Smart ha un fatturato di 300 mila di euro e con “la spinta dei partner commerciali verso l’estero le cifre dovrebbero aumentare.”
Sinergia con i guidatori e società di parcheggio
La piattaforma non aiuta solamente i guidatori a trovare la zona di sosta ma permette alle società di gestione parcheggio di migliorare l’efficienza del monitoraggio e quindi la redditività del singolo stallo. In più, il software è capace di lavorare in sinergia con altri servizi di smart-city e può contribuire ad aiutare le amministrazioni pubbliche ad organizzare i servizi di mobilità. Il ritorno in termini economici non sarebbe indifferente, garantendo anche un servizio di sicurezza per la città. “Le statistiche dicono che nei Comuni dove esistono sensori e app di parcheggio, si sono stati incrementi del fatturato fino al 42 per cento”.
Limite infrastrutture
Le infrastrutture necessarie al funzionamento ottimale della piattaforma non sono ancora pronte, e “tra Sicilia e resto d’Italia cambia poco” secondo Sciuto. Le telecamere esistenti, infatti, non sono orientate per gli stalli. Infrastrutture significa ritorno economico per i Comuni, i quali però, nonostante l’interesse mostrato per il progetto, stentano a passare dalle parole ai fatti. Si dovrebbero riutilizzare le telecamere già esistenti e implementarle con quelle nuove in modo da consegnare alla comunità una mappatura che consente di monitorare tutte le strade. “In un anno, un Comune o un ente, rientrerebbe subito delle spese dell’investimento, con introiti raddoppiati l’anno successivo”, per Sciuto. Per questi motivi, al momento, l’azienda ha virato sui general contractor. “Il nostro sistema è installato a livello commerciale in due città in Veneto e Trentino attraverso partner del settore, adesso stiamo sviluppando due sperimentazioni su Messina a Lecce finanziate dal Ministero dello Sviluppo economico”, dice ancora Carlo Sciuto.
Ambiente ed ecosostenibilità
Ultimamente si parla sempre più di mobilità sostenibile, e quindi investire in una startup che organizza i parcheggi potrebbe avere un futuro incerto, “diventerà rischioso tra almeno trent’anni, il parco di auto circolanti non è diminuito e di conseguenza la richiesta di parcheggio è la stessa”, secondo i calcoli del Ceo di Park Smart. Rendendo più fluido il traffico si avranno meno macchine incolonnate e di conseguenza anche meno inquinamento, con un beneficio ambientale almeno del 20 per cento stando alle stime degli sviluppatori dell’app. “In un’installazione media di circa 1.000 stalli sarà possibile evitare di rilasciare nell’atmosfera di 81 mila kg di CO25e sprecare 45 mila litri di carburante”, conclude Sciuto.