Cassa integrazione in deroga e fermo temporaneo volontario, ma anche finanziamenti a fondo perduto. Sia attraverso il fondo di solidarietà regionale istituito dall’articolo 39 della legge n.9 del 2019, che da una rimodulazione del Feamp, il fondo per la politica marittima e della pesca istituito dall’Europa e gestito dal ministero nazionale. Come spiega a FocuSicilia l’assessore regionale al ramo, Edy Bandiera, sono quattro le direttrici che sta seguendo il governo siciliano a sostegno del settore della pesca, ufficialmente in stato di crisi. Una strategia che dovrebbe portare al settore diversi milioni di euro. Rimane l’incognita dei tempi.
“Misure straordinarie per una vicenda straordinaria”
Formalmente non si è mai fermato ma ha subito il blocco altrui, come nel caso della ristorazione. E le perdite sono ingenti. Nino Accetta, presidente di Fedagripesca, stima in 50 milioni la cifra necessaria al comparto. “Credo che se parliamo di erogare risorse a settori in difficoltà, potrebbero non esserci mai soldi a sufficienza” afferma l’assessore. Bandiera però sottolinea lo sforzo del governo regionale “consapevole dell’enorme emergenza di carattere economico-finanziario che stanno vivendo le nostre marinerie”. Considera dunque le misure “straordinarie per una vicenda straordinaria quale la pandemia mondiale”. Inoltre sottolinea: “Per trovarne dello stesso peso dovremmo andare indietro di alcuni decenni, quando le condizioni economiche della regione erano ben migliori”.
Leggi anche – Maglie Ue troppe strette: così la pesca siciliana rischia il tracollo
Dieci milioni in finanziaria
I primi soldi che potrebbero essere disponibili sono i dieci milioni di euro inseriti nella finanziaria regionale “all’articolo 8 comma 11”. Confluiranno nel fondo di solidarietà per la pesca “che questo governo ha istituito” con la legge n.9 del 2019. Il denaro sarà distribuito come sostegno diretto ai marittimi e ai proprietari delle imbarcazioni siciliani. Per averli, secondo quanto spiega l’assessore Bandiera, bisognerà partecipare ad un apposito bando. “Sarà il più ampio e partecipe possibile, con particolare attenzione per la piccola pesca artigianale”. Il fondo è uno strumento pensato proprio per casi particolari ed è già stato usato per risarcire danni da calamità. Quello che non si conosce esattamente sono i tempi. Per Bandiera, “se tutto procede bene”, non dovrebbero essere molto lunghi. Il documento approderà sabato 25 aprile all’Ars così “entro la fine di maggio potrebbero essere emessi i primi decreti di pagamento. I soldi veri dovrebbero arrivare dopo pochi giorni”. Dopo il via libera del Parlamento siciliano, come detto, servirà il regolamento per avviare concretamente la procedura, ma l’assessore Bandiera si dice ottimista. “Ci stiamo già lavorando così da essere pronti”.
Decine di milioni dal Feamp
Caso a parte sono i finanziamenti che dovrebbero arrivare dal governo nazionale dal fondo Feamp. A Roma si chiede di rimodulare, e pure celermente, la parte dei fondi gestiti a livello nazionale a sostegno del settore: “Si tratta di decine di milioni di euro”. In questo modo, spiega Bandiera, la parte del fondo gestito a livello regionale, circa 36 milioni di euro, “potremmo usarli per la gestione ordinaria del comparto”. In assenza di risposte positive da Roma sarebbero comunque “un asso nella manica”. Un’opzione possibile grazie al regolamento europeo n.460/2020 che prevede iniziative d’investimento in risposta al coronavirus. “In pratica consente di utilizzare i fondi del Feamp per indennizzare i pescatori”. Per farlo però, deve intervenire il governo nazionale “rimodulando la parte non spesa e non impegnata dei fondi nazionali”. Due le strade proposte dalla Sicilia. O destinare la cifra a rimpinguare il già citato Fondo di solidarietà regionale oppure, visto che tale strumento non è disponibile in tutte le regioni, dare il via libera per attivare dei fondi di mutualizzazione su base regionale. “Come il nostro consentirebbe di dare ai pescatori soldi in forma diretta, senza particolari giri di cassa”.