Con la cultura si mangia, ma almeno in Sicilia non ci si sazia. “Il lavoro in ambito artistico c’è e potrebbe essere tantissimo. Il problema è trovare le condizioni per una adeguata remunerazione e maggiori investimenti”. Così afferma Giovanni Mezzasalma, membro di Pixel Shapes. Il collettivo siciliano, composto anche dai ragusani Andrea Criscione, Andrea Campo, Giovanni Raniolo e dall’ennese Simone Scarpello, è l’unico siciliano selezionato tra i 16 “artisti digitali” che si esibiranno all’evento “Farnesina: Digital Art Experience”.
La storia di Pixel Shapes
“La combinazione delle nostre diverse competenze (editing video, web design, vjing, videomaking, grafica 2D-3D, post-produzione video; sound design) – continua Mezzasalma – ha portato allo sviluppo di una collaborazione incentrata sull’innovazione e sulle tecnologie legate all’arte. Ha prodotto, da sei anni a questa parte, moltissime iniziative e progetti in diversi ambiti nell’isola ma anche in Italia e in Europa, come in Belgio, Malta e a Ibiza”. Un percorso che oggi passa anche dal ministero degli Esteri.
Farnesina: Digital Art Experience
Il progetto, pensato per valorizzare e internazionalizzare l’arte digitale italiana, sarà presentato al pubblico italiano il 13 e 14 dicembre, nella forma di uno spettacolo di videomapping che avrà come sfondo la facciata del palazzo della Farnesina, in occasione del 60esimo anniversario del trasferimento del ministero degli Esteri nella sua attuale sede. I progetti verranno valutati da una giuria. I tre vincitori, che saranno annunciati al Bright Festival di Firenze nell’aprile 2020, parteciperanno a una mostra collettiva itinerante, organizzata dagli Istituti italiani di cultura, che nei prossimi due anni farà tappa in sei città del mondo con l’obiettivo di dare visibilità agli artisti italiani contemporanei.
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Se il Sud non crede nell’arte
“Siamo orgogliosi di questo risultato, dopo anni di duro lavoro e fatiche mirate a guadagnare credibilità nel territorio. Questa è senza dubbio una vetrina importante per tutti gli artisti coinvolti”, spiega Campo. “Più attenzione si dà alla cultura più si sostiene la crescita di una società e delle imprese che operano in questo settore”. A Pixel Shapes il lavoro non manca. “Le richieste – spiega Criscione – arrivano sia da privati sia da istituzioni pubbliche e sono molto eterogenee: da proiezioni artistiche per matrimoni, installazioni per locali di aggregazione giovanile, scenografie teatrali, alla valorizzazione di monumenti e architetture e percorsi multimediali museali attraverso la sperimentazione di video-art e illuminazione artistica”. Il Sud, però, è ancora indietro rispetto al Nord nel dare spazio a progetti che coniughino innovazione tecnologia con arte e cultura. “Questo problema” – conferma Scarpello – incide anche sul mercato e quindi anche sulla remunerazione al ribasso a scapito della qualità”. E così, nonostante Pixel Shapes sia l’attività principale, ognuno dei suoi membri ha bisogno di integrare con altri lavori. “Eppure c’è spazio per la crescita – continua Scarpello – e ogni qual volta si introducono elementi di digitalizzazione nell’arte, con professionalità e accuratezza, si riscuote il gradimento del pubblico”.