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Plastica monouso, divieto dal 3 luglio. Ma non ancora per tutto

Posate, piatti, cannucce, cotton fioc, contenitori per cibo sono ufficialmente banditi. La vendita però sarà in corso fino a esaurimento scorte. Da definire con una norma nazionale il destino di bicchieri e bottiglie di plastica

Posate, piatti, cannucce, cotton fioc, aste per palloncini e mescolatori per bevande in plastica dal 3 luglio sono banditi. Lo ha deciso una direttiva europea, la numero 904 del 2019, meglio nota come Sup, acronimo di Single-use plastic, entrata in vigore pochi giorni fa. Questo non significa che spariranno da un momento all’altro i prodotti in plastica dai supermercati, ma resteranno a disposizione fino ad esaurimento delle scorte. Come specificato anche nella legge delega che ha recepito la norma Ue, la numero 53 del 22 aprile, la direttiva ha l’obiettivo primario nella riduzione dei rifiuti per salvaguardare soprattutto l’inquinamento marino, dove i prodotti in plastica monouso rappresentano la maggiore presenza, oltre l’80 per cento secondo quanto scrive l’Ue nelle sue linee guida.

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Prodotti “senza alternative” rimandati ai piani nazionali

I prodotti elencati, ai quali si aggiungono i contenitori per cibo da asporto in polistirene espanso e i prodotti di plastica oxodegradabile, sono quelli “per i quali esistono delle alternative” sul mercato, e sono dunque destinati a sparire. Delle restrizioni fanno parte anche i bicchieri, non esplicitamente citati nella direttiva e nelle linee guida, ma citati nella legge delega italiana tra i prodotti che subiranno delle restrizioni crescenti. Per i prodotti in plastica per i quali, invece, non esistono alternative, gli Stati membri dovranno mettere a punto piani nazionali, con misure dettagliate, per ridurre significativamente il loro utilizzo, da trasmettere alla Commissione entro due anni dall’entrata in vigore della Direttiva, ovvero entro il 2023. Questioni in sospeso e spinose, come la cosiddetta plastic-tax oggetto delle proteste della catanese Sibeg, azienda produttrice e imbottigliatrice dei prodotti Coca Cola, dovranno quindi essere definite in tempi brevi. Questione in sospeso anche per i tappi in plastica: la direttiva prevede l’uso nei “contenitori per liquidi” ma solo se questi sono attaccati al contenitore. Un aspetto però non ancora normato specificamente.

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Etichette sull’impatto ambientale nei prodotti

La normativa fissa un obiettivo di raccolta del 90 per cento per le bottiglie di plastica entro il 2029 e determina che entro il 2025 il 25 per cento delle bottiglie di plastica dovrà essere composto da materiali riciclati, quota che salirà al 30 per cento entro il 2030, ovvero in rispetto del “Green deal europeo”. Viene anche rafforzato il principio secondo cui “chi inquina paga”, introducendo un regime di responsabilità estesa per i produttori di tabacco e di attrezzi da pesca. Le nuove norme stabiliscono infine che l’etichettatura informativa sull’impatto ambientale di disperdere per strada le sigarette con filtri di plastica sarà obbligatoria. Ciò dovrà valere anche per altri prodotti come bicchieri di plastica, salviette umidificate e tovaglioli sanitari.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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