Quattordici uffici postali chiuderanno in Sicilia: cinque a Messina, altrettanti a Palermo, due a Catania e Siracusa. Nove sedi non avranno più il doppio turno, ma nessuno perderà il proprio posto di lavoro, né accederà agli ammortizzatori sociali. I dipendenti saranno ricollocati nelle sedi vicine. È quanto prevede il piano di Poste Italiane, che coinvolge ottanta uffici sull’intero territorio nazionale.
Il caso Messina
La Sicilia, assieme alla Lombardia, è la regione dove verrano chiusi più uffici: quattordici. Ma si tratta di uno su 56. Messina e Palermo, con cinque sedi in meno, sono tra le città in cima alla graduatoria. Ma non sono casi isolati. Cinque sono anche le chiusure a Roma e Napoli, quattro a Bologna, Padova, Torino e Verona. A Genova e Milano se ne prevedono di più: sette nel capoluogo ligure, otto in quello lombardo. Sul caso di Messina è intervenuto con una nota il vice direttore generale di Poste Italiane Giuseppe Lasco: “Il piano di interventi è frutto di una continua interlocuzione con le strutture centrali e locali dello Stato”. E in città restano “cinquanta uffici postali e 32 Atm Postamat”.
Gli uffici chiudono, i problemi restano
“La cosa buona – ha spiegato a FocuSicilia Pippo Di Guardo, della Slc Cgil – è che non ci sono licenziamenti”. I lavoratori delle sedi chiuse saranno “destinati al rafforzamento” di quelle che rimarranno aperte. Tuttavia, sottolinea Di Guardo, rimpolpare il personale di alcuni uffici “attenuerà ma non risolverà le carenze strutturali”. I sindacati siciliani denunciano da tempo “diminuzione delle risorse e carenza di personale”, tanto da aver varato uno sciopero delle prestazioni straordinarie e aggiuntive dal 23 settembre al 16 ottobre. La protesta si rivolge quindi a un alto punto e non ha nulla a che veder con le attuali chiusure.
L’elenco delle chiusure
Gli uffici postali che chiuderanno a Catania sono quelli di viale Vittorio Veneto e via Giuseppe Carnazza Amari. A Messina serrande abbassate per la sede di via Nicola Fabrizi, via Pietro Castelli; per quella di via San Marco (nella frazione di Mili San Marco), via Consolare Pompea (a Pace), e via San Nicolò (a Santo Stefano di Briga). Le due chiusure di Siracusa riguardano gli uffici di via dei Santi Coronati e via Trieste. Mentre a Palermo cesseranno l’attività le Poste di via Mondello, Piazza Santo Spirito, piazza Don Luigi Sturzo, via dei Cantieri e via Emiro Giafar. Come si nota dall’elenco, non sono coinvolti presidi di zone poco battute. Dei 390 comuni siciliani che ospitano un ufficio postale, le chiusure si concentrano attorno a quattro capoluoghi. Cioè in città dove non si creeranno buchi. Poste ha assicurato che “il piano di rimodulazione definito per l’anno in corso interessa esclusivamente i grandi centri urbani nei quali sono presenti decine o centinaia di uffici postali e tiene conto della presenza di uffici limitrofi entro tre chilometri”. Tradotto: saranno chiusi quelli che ne hanno altri a qualche centinaio di metri di distanza. “Non abbiamo chiuso e non chiuderemo nessun ufficio nelle comunità meno densamente abitate”, ha sottolineato Giuseppe Lasco. La rete, in sostanza, perde qualche maglia ma resta fitta.
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Dove salta il doppio turno
Agli uffici chiusi vanno aggiunti i nove dove verrà disattivato il doppio turno. Ci saranno quindi meno ore per andare allo sportello. Anche in questo caso, la Sicilia è tra le regioni più colpite: solo la Toscana ha più sedi coinvolte. In Sicilia poste aperte solo al mattino in via Giuseppe Pitrè a Niscemi, via Vespri a Valderice, corso Sicilia a Catania, via Viola a Enna, Piazza Guglielmo II a Monreale. E in quattro uffici a Palermo: quelli di via Lussemburgo, via Giuseppe di Vittorio, piazza Natale Tommaso e via Pergusa.