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Povertà educativa e Neet: il futuro di molti ragazzi in Italia è compromesso

Giovani che non lavorano, non studiano, non sono impegnati in nessuna attività formativa. Neet, secondo l'acronimo inglese. Tutte al Sud le province dove il fenomeno riguarda oltre il 35 per cento del totale. Tra queste Palermo e Napoli scenario degli ultimi gravi fatti di cronaca

È in drammatico aumento l’impoverimento culturale delle famiglie italiane. Troppi i bambini che non hanno la possibilità di leggere un libro, di fare sport, di andare al cinema o di visitare una mostra. Un minore su sette lascia la scuola prima della conclusione del suo ciclo scolastico, con un forte aumento della condizione di “Neet”: i giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione. I recenti fatti di cronaca, da Palermo a Caivano, mostrano un’Italia sempre più divisa tra centro e periferie, tra grandi e piccoli centri urbani. Un Paese a due velocità tra Nord e Sud.

Povertà educativa e Neet. I numeri

In Italia sono quasi 1 milione e 400 mila i minori che vivono in povertà assoluta e altri 2,2 milioni sono in povertà relativa secondo gli ultimi dati Istat. Fino al 2005 erano gli anziani la fascia di popolazione con più indigenti. Oggi, invece, al diminuire dell’età aumenta la povertà assoluta. Il 23,1 per cento dei giovani in Italia tra 15 e 29 anni si trova nella fascia dei cosiddetti “Neet”, acronimo che sta per Not in Employment, Education or Training. Sono ragazzi fuori da ogni percorso di istruzione, lavoro o formazione. L’Italia ha la percentuale più alta dell'Ue, più del doppio di Francia e Germania. Il 12,7 per cento degli studenti abbandona precocemente gli studi (al Sud si arriva al 15 per cento) e non arriva al diploma.

Abbandono scolastico: disuguaglianze territoriali

Nel 2022 Calabria, Campania, Sardegna e Sicilia sono sopra la media anche per quanto riguarda la quota di giovani che hanno abbandonato la scuola avendo conseguito solo la licenza media. La media nazionale in questo caso è del 12,7 per cento, con punte in Sicilia del 21,1 per cento e in Puglia del 17,6 per cento, proseguendo con Campania e Calabria al 16,4 per cento e al 14 per cento, i valori più alti sono al Sud rispetto al Centro e al Nord. Va evidenziato che questa situazione colpisce soprattutto ragazze e ragazzi con famiglie più fragili a livello economico, culturale e sociale; affligge soprattutto, come dimostrano i dati, le aree del paese più depresse e più segnate dalle disuguaglianze, come il Sud del Paese, in particolar modo le aree interne e le isole. 

In Sicilia quattro delle province record per numero di Neet

I “Neet” sono circa 1,7 milioni in Italia e, in un Paese che invecchia come il nostro, questo rappresenta un enorme spreco di capitale umano. Va sottolineato, inoltre, un pericoloso divario di genere: questo fenomeno interessa in misura maggiore le ragazze con il 20,5 per cento e i residenti al Sud con il 27,9 per cento. Le 9 province dove oltre il 35 per cento dei giovani è “Neet”, secondo l'elaborazione di Openpolis, sono tutte al Sud, con in testa Caltanissetta al 46,3 per cento, seguita da Taranto, Catania, Napoli, Messina, Palermo, Siracusa, Foggia e Catanzaro.

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Pierangelo Spadaro
Pierangelo Spadaro
Pierangelo Spadaro, Direttore editoriale Demetra Promotion srl. Catanese da generazioni. PhD in Scienze Politiche, Università degli Studi di Catania. Socio di Compubblica, Associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale.

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