“Sto correndo per fare in modo che vengano avviate le zone economiche speciali, che riguarderanno una porzione importante di questo territorio e consentiranno di avviare una diversificazione produttiva, semplificando e riqualificando la forza lavoro anche con fondi europei specifici”. Questa la promessa del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, presente sabato a Gela su invito del Comune, dei sindacati e delle organizzazioni datoriali del territorio. La visita arriva a pochi giorni dalla firma, da parte del ministero dell’Ambiente, della Valutazione ambientale per la realizzazione dei nuovi impianti per lo sfruttamento dei giacimenti di gas Argo e Cassiopea, che si trovano a largo del golfo di Gela. Un investimento da 800 milioni di euro da parte di Eni, ma che per Gela e la provincia di Caltanissetta, ultima per qualità della vita in Italia nella recente classifica stilata dal Sole 24 ore, dovrebbe solo essere l’inizio “di un grande progetto”, come ha affermato Provenzano.
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Le richieste del territorio
All’apertura dell’incontro, avvenuto nel tardo pomeriggio di sabato, a Provenzano è stato consegnato un documento con le richieste del territorio nel quale si richiedono le bonifiche dei siti inquinanti, l’istituzione di un polo universitario, e “l’istituzione di un polo ospedaliero specializzato nella cura delle patologie legate all’industrializzazione”. La richiesta, a firma del consiglio comunale, segue la “vertenza Gela” lanciata da Cgil con una petizione rivolta al governo nazionale dal titolo #GelasiSblocca, a cui ha fatto eco Sicindustria nei giorni scorsi con la richiesta di completare nella città anche il porto, il polo museale, l’autostrada fino a Siracusa e, nella provincia nissena, i collegamenti interni. Investimenti per i quali sono già stanziati centinaia di milioni di euro. “Dobbiamo mettere i comuni in condizioni di fare non cose speciali, ma la normalità – ha risposto Provenzano -. Come ministro del Sud non mi rassegno a cristallizzare una situazione nella quale ci siano cittadini di serie A e serie B esclusivamente sulla base della famiglia e dell’area geografica in cui nascono, con diritto di accesso all’istruzione che dipende solo dalla sorte. Il Sud deve essere messo nelle pari condizioni di partenza del resto del Paese. Ma dobbiamo riprendere credibilità con le politiche che dovremo fare. Lo dico qui davanti al consiglio comunale, perché siete classe dirigente e si deve fare un’opera di scrutinio democratico”
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L’unità di intenti
“Non ne usciamo solo con l’impegno di un ministro di un governo di un sindaco, lo facciamo se riusciamo a metterci insieme, governo nazionale, regionale e locale. Solo così un territorio chiamato ad affrontare sfide anche di presenza mafiosa si può cambiare. Vengo da questa provincia, e sono venuto e tornerò in questa veste di ministro. Non c’è un destino ineluttabile, la storia non è segnata, e siamo stati protagonisti in passato di un momento di avanguardia per il paese. Oggi forse rimpiangiamo gli errori di quel periodo, ma i giovani non li trattieni solo trovandogli un posto di lavoro, ma facendogli vedere che c’è un futuro nei prossimi dieci, venti o trent’anni. E ore sono i genitori stessi a dire ai figli ‘vattene’”. Ricordando Enrico Mattei, storico dirigente dell’Eni che volle gli investimenti a Gela, Provenzano immagina “un grande progetto per questo territorio”.
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La polemica sui fondi europei
Il ministro ha infine ricordato come la Regione siciliana occupi l’ultimo posto in classifica per la spesa dei fondi europei, che “rischiano di tornare indietro. Non servono richieste di proroga ma impegni concreti”. Un tema, già affrontato più volte nelle sue visite in Sicilia di questi mesi, che stavolta non ha lasciato indifferente il governo regionale, suscitando le ire dell’assessore alla Salute Ruggero Razza. “Senza alcun rispetto di quella lealtà collaborativa tra istituzioni, che è un precetto costituzionale cui più volte si è richiamato il presidente Conte – ha dichiarato Razza in una nota -, il ministro Provenzano straparla di un governo eletto dal popolo. Qualcuno gli ricordi che il governo Musumeci ha trovato una programmazione europea, frammentata e a tratti inutilizzabile, con soli 7 milioni di euro di spesa certificata e anche quest’anno, se tutto andrà come deve, sarà superato il target previsto, cioè quasi 1,2 miliardi di euro. Forse è poco. Ma noi partiamo da quello che ha lasciato il partito di Provenzano dopo cinque anni. Noi, in due, abbiamo velocizzato più che si poteva. Si occupi il ministro di agevolare la riduzione dei tempi per le procedure e non si permetta di dare pagelle al presidente della Regione, perché non ne ha né i titoli né rientra nelle sue competenze istituzionali. Ci siamo davvero stufati di chi pontifica, dimenticando cosa ci è stato lasciato e, soprattutto, da chi”, ha concluso Razza.