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Province, la Consulta: “Si voti subito”. Messina: “Ai seggi tutti i siciliani”

L'assessore regionale Messina sostiene il ritorno al suffragio universale per le ex Province, dopo la sentenza della Corte costituzionale che richiede elezioni immediate. Le elezioni di secondo livello sono state rinviate undici volte, con dieci commissariamenti

“Si tornerà a votare per le ex Province con il suffragio universale, cioè con il voto di tutti i cittadini e non con le elezioni di secondo livello”. Questa la posizione del governo regionale, confermata a FocuSicilia dall’assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Messina, il giorno dopo la sentenza della Corte costituzionale che bacchetta la Regione Siciliana intimando di procedere all’elezione dei Consigli metropolitani (nelle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina) e dei presidenti dei Liberi consorzi comunali, che nell’Isola sostituiscono le ex Province.

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Elezioni di secondo livello rinviate 11 volte

La Corte costituzionale, con la sentenza n. 136 depositata il sei luglio, ha accolto il ricorso del governo nazionale contro la legge regionale 16/2022 che rinviava di un ulteriore anno l’elezione degli organi di Liberi Consorzi comunali e Città metropolitane. Un’elezione da svolgersi “di secondo livello”, quindi con la partecipazione dei sindaci e consiglieri comunali eletti nei Comuni e non di tutti cittadini territorialmente interessati. Un’elezione rinviata di legge in legge, dal 2015, ben 11 volte, con dieci proroghe di commissari che nel frattempo hanno gestito gli enti in una situazione “straordinaria” che nei fatti si è protratta otto anni. Nel bocciare la norma del 2022, varata dal precedente parlamento regionale e dal precedente governo regionale presieduto da Nello Musumeci, la Corte costituzionale ha sottolineato come si trattasse di un “ultimo anello di una catena di rinvii“, che hanno continuamente posticipato e quindi impedito lo svolgimento delle elezioni.

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Altra proroga in attesa della nuova legge

L’assessore regionale Messina ricostruisce la situazione e sottolinea come i giudici costituzionali abbiano sentenziato riguardo la legge dell’anno scorso, “che rinviava l’elezione – dice – e prorogava i commissariamenti relativi al 2022, quindi la sentenza non determina nulla e non modifica nulla nell’assetto attuale“. Infatti, per quanto riguarda il 2023, “i commissariamenti sono stati prorogati con altra disposizione recentissima, di una decina di giorni fa, valida per il nuovo anno”, spiega Messina. Quindi, il regime di proroga dei commissari continua in attesa che si trovi la soluzione per ripristinare l’assetto di questi enti cosiddetti “di area vasta”. E la soluzione che il governo regionale ha posto innanzi ai siciliani rientra in una strategia con un percorso più che avviato. La Regione non vuol più far eleggere i Consigli metropolitani e i Presidenti metropolitani dai sindaci e consiglieri comunali già in carica, quindi con un’elezione di secondo livello nei sei Liberi Consorzi comunali e nelle tre Città metropolitane attuali. Si punta invece a votare “con il suffragio universale, una volta approvata da parte dell’Ars la nuova legge che la Giunta regionale ha già varato sulle Province”, spiega l’assessore riferendosi alla riforma delle Province voluta dal governo Schifani.

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Disegno di legge varato, la parola all’Ars

Il tre marzo di quest’anno, con la deliberazione n. 117, la Giunta regionale ha approvato il disegno di legge per ripristinare il ruolo politico delle ex Province in Sicilia. Il testo è in commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana che dovrà esaminarla e poi inviarla all’Aula per l’approvazione. Sui tempi, non c’è al momento alcuna previsione, ma la sentenza della Corte costituzionale potrebbe imprimere un’accelerazione perlomeno morale ai lavori parlamentari. A quel punto le Province risorgerebbero, in una forma analoga alle vecchie Province regionali istituite dalla Lr 9/1986 e soppresse nel 2015 dal governo Crocetta. Tutti i cittadini siciliani sarebbero chiamati a votare presidenti di Provincia e Consigli provinciali. “Una volta approvata la legge – evidenzia Messina – dimostreremo alla Corte costituzionale che non avevamo intenzione di prorogare ulteriormente i commissari. Il percorso che abbiamo iniziato punta all’elezione delle nuove Province con suffragio universale e si tornerà a votare in questo modo. La nostra scelta – conclude Messina – è anche quella del governo nazionale“. Lo stesso problema infatti riguarda tutta l’Italia e il Parlamento si sta confrontando su diversi progetti di legge per superare l’attuale legge Delrio che ha ridefinito nel 2014 il sistema delle Province.

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I giudici: “Porre rimedio senza ulteriori ritardi”

L’intervento della Corte costituzionale rileva con grande chiarezza come il corpo elettorale sia stato privato di un diritto. “Nei Liberi Consorzi – scrivono i giudici – le funzioni sono svolte ormai da molti anni da un commissario nominato dalla Regione. Quanto poi alle Città metropolitane, il mancato svolgimento delle elezioni ha fatto sì che nessuno dei loro organi di governo abbia oggi carattere elettivo. In definitiva – ha sottolineato la Corte – attraverso interventi puntuali e continui nel corso di otto anni, il legislatore regionale ha di fatto impedito la costituzione degli enti di area vasta in Sicilia, in violazione degli articoli 3, 5 e 114 della Costituzione”. La Corte ha concluso che “a tale situazione deve essere posto rimedio senza ulteriori ritardi, attraverso il tempestivo svolgimento delle elezioni dei Presidenti dei liberi Consorzi comunali e dei Consigli metropolitani, affinché anche in Sicilia gli enti intermedi siano istituiti e dotati dell’autonomia loro costituzionalmente garantita, e si ponga fine alla più volte prorogata gestione commissariale”.

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Agostino Laudani
Agostino Laudani
Giornalista professionista, nato a Milano ma siciliano da sempre, ho una laurea in Scienze della comunicazione e sono specializzato in infografica. Sono stato redattore in un quotidiano economico regionale e ho curato la comunicazione di aziende, enti pubblici e gruppi parlamentari. Scegliere con accuratezza, prima di scrivere, dovrebbe essere la sfida di ogni buon giornalista.

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