Siate onesti, quante volte al giorno pensate all’impero romano? La domanda suona strana, del resto l’impero è nato nel 27 a.C. ed è crollato nel 476 d.C. ma nel 2023 è diventato virale su TikTok. Non è uno scherzo, anzi, sembra proprio che gli uomini americani siano ossessionati dai fasti dell’antica Roma, fra gloria e potenza, grandi conquiste militari e schiavitù. Ma il richiamo al mondo macho ha una pennellata di modernità che – forse – non tutti conoscono.
Il New York Times ha scoperto che il Colosseo e il motto Senatus Populus Quirites Romani (SPQR) – che non a caso campeggia sulla maglia della AS Roma, di proprietà statunitense – animano le fantasie maschili, sottolineando una verità che abbiamo sempre avuto davanti agli occhi: l’Impero Romano ha un fascino infinito, una presa immediata sul pubblico più variegato, fra fiction e ricostruzione storica. Ok, ma perché?
“Gaius Flavius”, TikTok e il libro di Aldo Cazzullo

C’è chi ci pensa “costantemente” e chi lo fa “almeno ogni giorno”, immaginando la quotidianità ai tempi di toghe e sesterzi. Una tendenza rilanciata con il sorriso da Francesco Totti in un reel con Rovazzi, un enorme vaso di Pandora scoperchiato da Arthur Hulu, altrimenti noto come Gaius Flavius, che su TikTok ha scritto “Donne, molte di voi non si rendono conto di quanto spesso gli uomini pensino all’impero romano. Chiedete a vostro marito, fidanzato, padre o fratello”. E con un tempismo perfetto, martedì 26 il giornalista Aldo Cazzullo approda in libreria con Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero infinito (HarperCollins) che fra curiosità e aneddoti, racconta il mito di Roma e le sue continue ripercussioni sul nostro tempo.
L’influenza della società romana ancora oggi
Al di là del fenomeno di costume, Kevin Feeney, docente della New York University, evidenzia che la società romana ha avuto una forte influenza sugli Stati Uniti, dalla forma di governo alla lingua, dall’architettura dei suoi palazzi più rappresentativi, senza dimenticare il richiamo evidente alla forza militare, l’espansione dei confini e infine, al compito di voler mantenere lo status quo nel mondo.
Certo, parlare di Roma significa chiamare in causa società patriarcale, il ruolo del pater familias e l’idea di una mascolinità virile in cui le donne o sono matrone o sono ancelle, o tirano su gli eredi o sono vestali per gli dei o sono fonte di piacere sessuale. Ed ecco perché decine di influencer in America hanno suonato l’allarme, rileggendo il richiamo all’impero come il ritorno ad una società patriarcale 2.0, complice il fatto che i diritti civili sono sempre in pericolo e vadano difesi.
Il problema è che la storia andrebbe studiata sul serio e difatti, lo storico Luciano Canfora ha ricordato che chi inneggia a muscoli e virilità ha preso una cantonata visto che il grande Giulio Cesare ha piegato il mondo e sedotto Cleopatra, “amando sia gli uomini che le donne poiché nell’antichità era consueto”. E del resto, anche il Divino Zeus amava prendersi il piacere da entrambi i sessi, senza che nessuno ne fosse scandalizzato. Anzi, se poteva farlo un dio, perché non un semplice mortale. E allora sorge un dubbio, gli antichi erano più moderni di noi? Chissà…