Il taglio del Reddito di cittadinanza in Sicilia vale oltre 24 milioni di euro al mese. A conti fatti, circa 289 milioni l’anno, più delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana messe insieme. A fornire i dati sulla sospensione del sussidio è Spi Cgil Sicilia, sindacato dei pensionati, che elabora dati dell’Osservatorio Inps sul Reddito di cittadinanza. Il taglio del beneficio deciso dal governo Meloni colpisce l’Isola in modo particolare. Secondo le stime, infatti, il Reddito vale 2,2 milioni al mese in Emilia, 1,8 milioni in Lombardia, 4,2 milioni in Piemonte, 3,9 milioni in Toscana e 1,1 milioni in Veneto. Un totale di circa 13 milioni al mese, poco più della metà della cifra spesa nella sola Trinacria. Un massacro sociale annunciato, secondo il sindacato. “Nel 2022 il numero dei percettori del Reddito è diminuito, per la migliore performance occupazionale. Quindi non è vero che chi lo percepisce non vuole lavorare. La verità è che il Rdc ci ha fatto scoprire il problema della povertà, che avevamo completamente rimosso”, dice a FocuSicilia il dirigente Pippo Di Natale.
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I numeri del beneficio in Sicilia
A giugno 2023, prima dell’entrata in vigore della riforma che ha sospeso il reddito per i cosiddetti “occupabili“, i nuclei familiari della Sicilia che hanno beneficiato dell’assegno sono stati 37.645. Corrispondenti a poco meno di 447 milia cittadini, che hanno ricevuto in media 640 euro mensili. Una cifra più alta rispetto a quella corrisposta in Piemonte (577 euro), Lombardia (535), Toscana (532), Veneto (517) ed Emilia-Romagna (510). I numeri maggiori sono quelli delle tre Città metropolitane. Il primo posto spetta a Palermo (150 mila percettori, per una spesa mensile di 7,9 milioni di euro), il secondo a Catania (109 mila, 5,8 milioni) e il terzo a Messina (42 mila, 2,3 milioni). Seguono le province di Trapani (14.980 percettori, per una spesa mensile di 1,9 milioni), Siracusa (14.745, 1,7 milioni), Agrigento (14.039, 1,8 milioni), Caltanissetta (8.743, un milione), Enna (5.181, 755 mila euro) e Ragusa (6.683, 682 mila euro).
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Come cambia il Reddito di cittadinanza
Come detto, la sospensione del beneficio riguarda le persone abili al lavoro. Per loro il reddito sarà sostituito da un Supporto per la formazione (Sfl), che andrà dai 350 ai 500 euro per 12 mensilità, e sarà concesso dall’Inps attraverso un apposito iter, del quale ancora non sono stati diffusi i dettagli. Per le famiglie fragili, ovvero quelle che contano almeno un minore, una persona con disabilità o un ultra sessantenne, da gennaio 2024 arriverà un Assegno di inclusione. Questo strumento sarà sostanzialmente uguale al vecchio reddito. Spi Cgil critica sia il metodo che il merito della riforma. “Indipendentemente dalla forma (Sms) con il quale è avvenuto, il taglio del Rdc ha gettato nello sconforto migliaia di nuclei familiari. Si sono trovati dall’oggi al domani senza alcun sostegno economico”, si legge nello studio. “Come se la povertà, la deprivazione materiale fosse una colpa e non una condizione nella quale l’intera società deve farsi carico”.
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La protesta dei sindacati
Il sindacato punta l’attenzione anche sulle conseguenze per l’economia dell’Isola. “Tra gli effetti perversi che la scelta del Governo produce c’è il conseguente impoverimento del territorio nel quale si esercita il taglio”. Secondo Spi Cgil, i quasi 300 milioni tagliati rappresentavano “una reale boccata di ossigeno per il commercio di prossimità, e per coloro che hanno locato immobili ai percettori”. Alla base di tutto ci sarebbe una scelta politica, volta a togliere risorse al Sud e alle Isole che del Reddito erano i maggiori beneficiari. “Si spiega anche così l’ascriversi a proprio merito, da parte della Lega di Salvini, il fantastico risultato di avere cancellato il Reddito di cittadinanza”, attacca Di Natale. Mettendo sotto accusa la classe dirigente siciliana, “a partire dal presidente della Regione Renato Schifani. Non ha aperto bocca nemmeno sul taglio di 1,4 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a differenza dei suoi colleghi governatori del Nord, persino leghisti, che si sono fatti sentire con il Governo”, conclude il dirigente.