Una richiesta di autorizzazione da 1,5 miliardi di euro in chiave di contrasto alla crisi da coronavirus. Serviranno per destinare cento milioni di euro in aiuti e prestiti fino a 5 mila euro alle famiglie gestiti da Irfis. Altri 170 milioni saranno dedicati alle imprese, con prestiti fino a 15 mila euro e sempre a tasso zero. Si aggiungeranno nella “fase 1” dell’emergenza sgravi fiscali Irpef, blocco dei canoni di concessione e altri provvedimenti anti crisi. È la bozza della nuova legge di Stabilità regionale, elaborata dalla giunta guidata da Nello Musumeci e ora all’esame dell’Assemblea regionale siciliana. L’atto prevede anche una “fase 2” post emergenza, con ristrutturazioni straordinarie di immobili (altri cento milioni di euro), aumenti dei fondi emergenze dei vari dipartimenti, la ricapitalizzazione delle partecipate regionali (altri 50 milioni) e di un fondo perequativo per gli enti locali da 200 milioni, che si aggiungono ai trasferimenti già previsti (stimati dalla Regione in quasi 300 milioni). Infine, per il turismo, la Regione potrà acquistare in anticipo pacchetti per un valore di 50 milioni di euro. La prima seduta d’esame della manovra è stata rinviata per assenza proprio del presidente Musumeci e dell’assessore all’Economia Gaetano Armao: troppi i nodi ancora da sciogliere con il governo nazionale, da cui dipende tutta l’impalcatura della manovra.
Fondi dal Poc 2014-20. Ma serve l’autorizzazione statale e Ue
L’atto, che a fine marzo l’assessore definiva “una manovra espansiva anti coronavirus”, prevede pesanti deroghe alle cautele imposte dalla Corte dei Conti nell’esame del consuntivo 2018, scavalca l’esercizio provvisorio ancora in corso e si regge su accordi e trasferimenti ancora da discutere con lo Stato. A cominciare proprio dal miliardo e mezzo al cuore del provvedimento, da recuperare tramite accesso a fondi extraregionali e del Programma operativo complementare (Poc) 2014-2020, in cui la Sicilia figura proprio in quanto rientrante tra le regioni “meno sviluppate”, e al quale aggiungere “strumenti finanziari”. Senza contare la necessità di ridurre il contributo regionale al risanamento della finanza pubblica che, secondo quanto stabilito da un accordo con lo Stato, ammonta a un miliardo. La giunta spinge per uno “sconto” da 700 milioni, come dichiarato da Armao nella sua lettera programmatica di fine marzo rivolta all’Assemblea regionale siciliana. Si libererebbero così risorse da impiegare nella finanziaria. Ma serve il via libera da Roma. Il governo nazionale dovrà anche attendere l’esito delle trattative europee, in particolare con i fondi da recuperare o tramite l’utilizzo dell’ormai famigerato Mes, il meccanismo europeo di stabilità che dovrebbe garantire liquidità per gli Stati. Anche se ancora senza una chiara definizione dei limiti di applicabilità per fare, in sostanza, nuovo debito.
L’elenco dei provvedimenti, dalla formazione agli artigiani
Tra gli altri provvedimenti, 120 milioni di euro vengono destinati alla scuola e alle cosiddette “povertà educative”, con l’uso del digitale anche in contrasto alla dispersione scolastica. Ma serviranno soprattutto a garantire i livelli occupazionali dei lavoratori dei comparti dell’istruzione e della formazione professionale. Aumentato anche il budget, da destinare ai Comuni, per l’assistenza alimentare delle famiglie più disagiate, portando le risorse a duecento milioni di euro dai cento annunciati nelle scorse settimane. Per le imprese, oltre al fondo da 170 milioni creato presso l’Irfis, dieci milioni di euro sono destinati a sostenere l’editoria siciliana e le agenzie di stampa, anche online. Altri cento milioni di euro serviranno a creare, presso la Crias, uno speciale “Fondo per la ripresa artigiani” con prestiti fino a 15 mila euro, mentre per le cooperative sono disponibili cinquanta milioni di euro attraverso l’Ircac, per finanziamenti fino a cinquantamila euro. Sospese, infine, tutte le tasse di concessione governativa di competenza regionale, i tributi per il deposito in discarica dei rifiuti solidi, i canoni per le concessioni demaniali marittime e i ruoli istituzionali e irrigui dei Consorzi di bonifica dell’ultimo triennio.
In una bozza le assunzioni nel Corpo forestale
La manovra, nei giorni scorsi e fino al momento della definitiva approvazione in giunta, è stata oggetto di varie modifiche, tanto che l’assessore all’Economia Armao ha dovuto precisare pubblicamente giorno 8 aprile che non c’era ancora una versione definitiva. Curioso che, tra le varie bozze circolate, in una delle ultime (datata dieci aprile come la bozza finale e giunta all’esame della commissione Bilancio Ars), comparisse un articolo specificamente destinato all’assunzione di nuovo personale nel corpo forestale della Regione siciliana. L’articolo, ora non presente nella documentazione sulle delibere di giunta sul sito della Regione, prevedeva una “deroga alle disposizioni della Legge regionale 25 del 29 dicembre 2008”, ovvero quella del blocco delle assunzioni. Il Corpo sarebbe quindi autorizzato ad assumere, in base alle esigenze di organico, nuovo personale nel comparto non dirigenziale a tempo indeterminato, mediante concorso pubblico per esami e previo superamento di un corso di formazione professionale di durate trimestrale, al quale avrebbero accesso candidati per un numero di posti “dal 20 al 50 per cento superiori alle necessità”.
Il calendario dei lavori: manovra in aula il 27 aprile
La legge di Stabilità, che il governo ha trasmesso stamattina all’Ars insieme alla legge di Bilancio, arriverà al voto il 27 aprile. “Entro il 21 aprile le commissioni di merito dovranno dare il parere su entrambi i documenti contabili”, ha comunicato il presidente dell’Assemblea regionale Gianfranco Miccichè, dopo aver consultato la conferenza dei capigruppo. La commissione Bilancio deve completare i lavori entro il 24 aprile. Il 25, i due disegni di legge verranno incardinati. Fino al 26, alle 16, si potranno presentare gli emendamenti e dal 27, alle 16, si comincerà a votare. “Se è necessario – ha aggiunto il presidente – ci riuniremo sia di mattina che di pomeriggio e, se serve, si lavorerà anche di domenica”. La conferenza dei capigruppo ha stabilito che “gli emendamenti aggiuntivi saranno ritenuti inammissibili. A Sala d’Ercole, non saranno accettati sub emendamenti da parte di singoli deputati e gruppi parlamentari. Infine, verrà dato mandato ai presidenti di commissione di dichiarare inammissibili gli emendamenti non attinenti al testo”, ha concluso Miccichè.