L’accordo c’è: ai dipendenti regionali saranno distribuiti 48,6 milioni. Una ventina subito, il resto dopo aver definito e controllato gli “obiettivi di performance”. Tradotto: non tutti incasseranno la stessa cifra, che varierà in base a una sorta di pagella stilata dalle singole strutture. Fino a un massimo di 3368 euro. È il risultato dell’intesa sul piano di ripartizione del Fondo risorse decentrate (Ford) 2019, firmata da Aran Sicilia e sindacati.
Le cifre dell’accordo
Iniziamo dalle cifre certe e fisse. Sono quelle destinate alle prestazioni accessorie. Quindi soprattutto indennità (8 milioni) e straordinari (5,7 milioni). Cui si aggiungono 544 mila euro per i dipendenti a tempo determinato. Altri 3 milioni sono attribuiti alla “progressione economica orizzontale”, cioè degli “scatti” che prevedono una maggiorazione degli stipendi all’interno della stessa categoria. Su quest’ultimo punto, i sindacati non sono stati compatti. Il Siad-Cisal ha siglato l’accordo ma non quest’ultimo punto. “La bozza che ci è stata sottoposta – hanno spiegato in una nota Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto – prevedeva progressioni solo per il 35% del personale, senza la possibilità di uno scorrimento delle graduatorie, creando una palese disparità fra dipendenti”. Esultano compatte le altre sigle: Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas/Codir, Dirsi, Sadirs e Ugl Fna. “Siamo riusciti a portare a casa modifiche importanti sul testo inizialmente proposto ai sindacati oltre ad avere portato il governo regionale a rimettere dieci milioni di euro nel budget che all’inizio della trattativa erano scomparsi”.
Un “esame” per avanzare
Siad-Cisal si è tirato fuori anche dall’accordo sui meccanismi che guideranno gli avanzamenti di posizione. È previsto un punteggio che favorisce l’anzianità di servizio, chi ha titoli di studio più elevati, chi ha avuto valutazioni di performance migliori nel triennio precedente e chi ha avuto percorsi di “formazione certificata da esame”. “Non abbiamo condiviso – ha spiegato il sindacato – che i lavoratori che da anni svolgono mansioni superiori, garantendo la funzionalità degli uffici, per vedersi riconoscere quanto già fanno da anni debbano superare corsi ed esami”.
Una pagella per i dipendenti
La vera novità riguarda però quei 28 milioni (per i lavoratori a tempo indeterminato) e i 944 mila (per quelli a scadenza) pagati solo dopo una valutazione, che è responsabilità dell’Organismo interno di valutazione. La performance si misurerà – come prevedono le norme – in base a target “ambiziosi ma realistici”, “quantificabili e misurabili”. Sulla base della valutazione, l’accordo prevede premi che variano in base all’incarico e alle competenze: 3.368,1 euro per le categorie D3/D6; 2.886,23 euro per le categorie D1/D2; 2.399,33 euro per le categorie C5/C8; 2.278,87 euro per le categorie C3/C4; 2.032,91 euro per le categorie C1/C2; 1.731,74 euro per la categoria B; 1.643,9 euro per la categoria A (i cosiddetti “operatori”).
Uil Fpl: necessario semplificare
Anche su questo punto c’è stato un (parziale) disaccordo. La Uil Fpl, pur sottoscrivendo l’accordo “per mero spirito di responsabilità”, ha “ribadito la necessità di rideterminare le categorie delle performance”. Il sindacato ha proposto una “revisione dei parametri utilizzati”, che dovrebbero “accorpare le categorie professionali in riferimento alla qualifica e non a scale di parametri retributivi”, “così come avviene in tutti i contratti vigenti”. In sostanza, Uil Fpl propone una semplificazione: i premi vanno modulati sulle quattro categorie del pubblico impiego (A, B, C e D), ignorando gli “scatti” interni, che frammentano i dipendenti in sette segmenti.