I fondali della Sicilia non smettono di regalare sorprese: stavolta si tratta del mare di Levanzo, nel trapanese, dove sono stati trovati nuovi reperti archeologici risalenti alla battaglia delle Egadi, nel III secolo a.C. Si tratta di due rostri in bronzo, denominati “Egadi 26” e “Egadi 27″, portati alla luce durante la campagna di ricerca in corso nel mare trapanese. I reperti sono stati individuati su un fondale di circa 80 metri e recuperati con l’ausilio della nave da ricerca “Hercules”. Negli anni la nave ha permesso, grazie alle sofisticate strumentazioni presenti a bordo, l’individuazione e il recupero di numerosi reperti riguardanti la battaglia delle Egadi.
Elmi, spade, monete
In particolare, in quest’ultima campagna, i subacquei hanno recuperato 15 elmi del tipo Montefortino, 20 paragnatidi (le protezioni per le guance e il viso dei soldati a corredo degli elmi), una spada, un centinaio di monete in bronzo. Inoltre, per la prima volta in oltre vent’anni di ricerche, sono state trovare sette monete in argento. Tutti i reperti sono stati trasferiti presso il laboratorio di primo intervento allestito presso l’ex Stabilimento Florio di Favignana, e sono già al vaglio degli archeologi della Soprintendenza del mare. Le attività di ricerca nel tratto di mare tra Levanzo e Favignana sono condotte da un team formato dalla Soprintendenza del mare della Regione Siciliana, dalla statunitense RPM Nautical Foundation e dalla SDSS – The Society for Documentation of Submerged Sites.












L’eredità di Sebastiano Tusa
“I fondali delle Egadi si confermano ancora una volta uno scrigno prezioso di informazioni per comprendere lo scontro navale tra romani e cartaginesi”, ha commentato l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato. “La scoperta di Sebastiano Tusa continua ancora oggi a ricevere conferme sempre più importanti. Avvalorando l’intuizione dell’archeologo prematuramente scomparso nel 2019 che aveva consentito l’individuazione del teatro della battaglia che sancì il dominio dei Romani sul Mediterraneo“.
I reperti del mare di Levanzo
Sono 24 i rostri ritrovati a partire dai primi anni del Duemila. Micidiali armi di distruzione che, applicati sulla prua delle navi da guerra, consentivano lo speronamento delle navi nemiche e il conseguente affondamento. Negli ultimi 20 anni sono stati individuati anche 30 elmi del tipo Montefortino, appartenuti ai soldati romani. Ritrovate anche due spade, alcune monete e un considerevole numero di anfore. La battaglia delle Egadi, combattuta nel 241 avanti Cristo, segnò la fine alla prima guerra punica. Memorabile lo scontro tra la flotta cartaginese e quella romana, a nord-ovest dell’isola di Levanzo.
Tecnologie al servizio della ricerca
Da alcuni anni, alle ricerche puramente strumentali condotte in collaborazione con la RPM, sono state affiancate le ricerche con l’impiego dei subacquei altofondalisti della SDSS. Essi hanno consentito, grazie alla specializzazione nelle ricerche in acque profonde, l’individuazione e il recupero di importanti reperti.