Un’illecita gestione della più grande discarica della Sicilia, quella di Lentini gestita da Sicula Trasporti, di proprietà della famiglia di imprenditori Leonardi. Con ipotesi di reato che vanno dall’associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, corruzione continuata, frodi nelle pubbliche forniture, rivelazione di segreto d’ufficio. Ma soprattutto, concorso esterno in associazione mafiosa, come emerso dall’indagine della Procura della Repubblica di Catania denominata “mazzetta sicula”.
In carcere Antonino Leonardi. Sequestro da 110 milioni
La Procura della Repubblica di Catania ha disposto nella notte le ordinanze di misure cautelari, eseguite dalla Guardia di Finanza di Catania, per nove persone. Sono tutte collegate alla famiglia Leonardi che gestisce la Sicula Trasporti srl – tra le maggiori società dell’isola -, oltre ad altre collegate alla gestione rifiuti come la Gesac srl, la Sicula Compost e la Edile Sud srl. E’ stato inoltre disposto il sequestro preventivo di beni per 110 milioni di euro al gruppo Leonardi. Tra i destinatari delle misure cautelari – due in carcere, tre domiciliari, e quattro obblighi di firma e dimora -, ci sono Antonino Leonardi, amministratore delle società, in carcere, e il fratello Salvatore, socio, ai domiciliari. Carcere anche per Filadelfo Amarindo, dipendente della Scula Trasporti accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: sarebbe un referente della famiglia Nardo di Lentini. Ai domiciliari, con l’accusa di corruzione, il dirigente di Arpa Siracusa Vincenzo Liuzzo e Salvatore Pecora funzionario dell’ex provincia (oggi libero consorzio di comuni) di Siracusa.
Fava: “L’operazione conferma il lavoro dell’antimafia”
“L’operazione condotta oggi dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Catania sulle discariche della Sicula Trasporti conferma la bontà del lavoro svolto alla commissione antimafia con la recente relazione sul ciclo dei rifiuti”. La magistratura ipotizza infatti “l’asservimento di settori della pubblica amministrazione agli interessi privati nel campo dei rifiuti, esattamente come nelle conclusioni a cui era giunta – nero su bianco – anche la nostra commissione”. Lo dichiara Claudio Fava, presidente della commissione regionale antimafia, che ricorda come “ben prima delle evidenze giudiziarie, la commissione abbia denunciato i segnali di subalternità del pubblico ai privati, perfettamente visibili ma tollerati dalla politica. Governi compiacenti, assessori distratti, burocrati corrotti e privati arricchiti sono la narrazione del ciclo dei rifiuti in Sicilia in questi vent’anni”.Dal Presidente dell’antimafia, un sollecito quindi al presidente della Regione Nello Musumeci: “ci aspettiamo che il governo riveda l’autorizzazione rapidamente concessa alla Sicula Trasporti, appena un mese dopo il suo insediamento, per un ampliamento da 1,8 milioni di metri cubi. Magari da realizzare nello stesso sito in cui si nascondevano i barili pieni di denaro in contante”.