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Scuola, governo Meloni “finanzia di più le paritarie”. Studenti in piazza

Gli studenti contestano la scelta del governo di aumentare i fondi per le scuole paritarie con 50 milioni. Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara promette risorse per il diritto allo studio, ma non basta: "Lontana la quota minima del cinque per cento del Pil"

Sulla scuola la coperta dei fondi è corta, e secondo le organizzazioni degli studenti il Governo la tira dal lato sbagliato. Chiedono una scuola pubblica gratuita che non si pieghi alle leggi di mercato e non continui finanziamenti a istituti privati. Ecco perché per il prossimo 17 di novembre è prevista una manifestazione nazionale. Da una parte, i 50 milioni di euro per le paritarie stanziati nel decreto Anticipi del 13 ottobre, che saranno ripartiti “secondo modalità e criteri definiti con decreto del Ministro dell’istruzione”. Dall’altra, gli studenti si lamentano dei continui tagli alla scuola pubblica e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, prova a rassicurarli promettendo 78 milioni di euro. “Per consentire a una platea di oltre 200 mila studenti in situazione di disagio economico l’acquisto di materiali didattici”. Sullo sfondo, le altre questioni aperte relative al mondo della scuola. A partire dal dimensionamento scolastico, previsto da un decreto interministeriale che “taglia” il numero degli istituti – in Sicilia, secondo le stime di Cgil, sarebbero circa cento quelli a rischio – bloccato dal Tar della Campania. Passando per il taglio alle aliquote pensionistiche degli insegnanti di asilo e delle scuole elementari parificate, inserito dal governo nella Legge di bilancio 2024, al vaglio del Parlamento.

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Studenti contro i fondi alle paritarie

Questioni diverse che però ruotano intorno allo stesso problema, cioè la carenza di fondi. A contestare la scelta di incrementare le risorse per le scuole paritarie, in un momento di ristrettezze economiche, è l’Unione degli studenti. Sindacato critico nei confronti dei finanziamenti alle scuole private sin dalla riforma Gelmini del 2010, che sdoganò la prassi. “Ancora una volta il nostro Paese decide di stanziare dei fondi alle scuole private. Mentre taglia ulteriormente su quelle pubbliche, attraverso misure come il dimensionamento scolastico e l’autonomia differenziata”, fanno sapere dal sindacato nazionale degli studenti. “È inaccettabile che i soldi pubblici vengano investiti per sostenere strutture private. Invece di rendere davvero accessibili quelle pubbliche”. La rappresentante degli studenti ricorda che “il Pil investito nell’istruzione pubblica è sotto il 3,6 per cento”, mentre dovrebbe arrivare “almeno al cinque per cento, per raggiungere i parametri della media europea. Rendendo l’istruzione pubblica veramente gratuita“.

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Diritto allo studio, “risorse insufficienti”

Rassicurazioni in questo senso, come detto, sono arrivate dal ministro dell’Istruzione Valditara. Dei 78 milioni sul tavolo, ha precisato, “39 sono risalenti al biennio 2021/2022, 39 al biennio 2022/2022”. Non si tratta dell’unica misura in arrivo. “Siamo anche al lavoro per semplificare le procedure di erogazione delle risorse destinate ai libri di testo e venire incontro ai bisogni delle famiglie in difficoltà“. Un primo passo, ha annunciato il ministro, “sarà quello di accelerare l’erogazione dei 133 milioni di euro destinati alle famiglie meno abbienti per l’acquisto dei testi scolastici“. Annunci che non convincono il sindacato. “È una cifra lontanissima dall’essere bastevole per sopperire alle enormi disuguaglianze presenti ad oggi nel paese”, dicono ancora dall’Unione degli studenti. “In una situazione in cui la dispersione scolastica raggiunge tassi del 20 per cento in alcune zone del Meridione e il costo del materiale scolastico ha una media di 1.200 euro a studente, questi investimenti sono insufficienti“.

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I numeri della scuola pubblica e paritaria

Quella della “concorrenza” tra scuola pubblica e privata è un tema che ricorre nel dibattito pubblico sull’istruzione. Secondo gli ultimi dati del Ministero, il numero di strutture pubbliche è di 7.960, “comprese le sedi sottodimensionate” di cui sopra. A queste vanno aggiunti 129 centri provinciali per l’istruzione degli adulti, che portano il totale sopra quota ottomila. Le sedi a disposizione sono oltre 40 mila. Nell’anno scolastico 2023/24, poco più di 364 mila classi accoglieranno poco meno di sette milioni e 200 mila studenti, di cui 311 mila con disabilità. Le scuole pubbliche, dunque, continuano a ospitare la stragrande maggioranza degli studenti italiani. Quanto alle paritarie, l’anno scorso erano quasi 11.900, e gli studenti frequentanti poco più di 811 mila. Secondo il Ministero, “la scuola dell’infanzia si conferma il settore educativo in cui si concentra il maggior numero di alunni delle scuole paritarie: 449.819 distribuiti in 8.303 scuole”.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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