L’Assemblea regionale siciliana ha approvato all’unanimità una legge contro la povertà e l’esclusione sociale. Il Parlamento siciliano ha messo sul tavolo 15 milioni di euro, rispondendo all’appello lanciato da diverse associazioni del terzo settore, a cominciare dalla Comunità di Sant’Egidio. La nuova norma prevede interventi sulle emergenze alimentari, il ricovero di indigenti e i casi di isolamento ed esclusione sociale
Le parole di Micciché
Soddisfatto il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché. “Ringrazio l’Assemblea regionale siciliana per il voto unanime con cui è stato approvato il disegno di legge contro la povertà e l’esclusione sociale”, ha detto il numero uno di Palazzo dei Normanni, “Un ringraziamento particolare a tutti i capigruppo e, inoltre, al Dottore Emiliano Abramo, che ci ha dato un prezioso input per l’approvazione di questo disegno di legge per la lotta contro la povertà. È un momento difficilissimo quello che stiamo vivendo e non sappiamo in autunno che situazione sociale ci ritroveremo, anche a causa dello sblocco dei licenziamenti. Ringrazio l’assessore alla Famiglia, Scavone e l’assessore all’Economia, Armao, per la disponibilità mostrata nei confronti di questo disegno di legge. Oggi è uno di quei giorni in cui sono contento di essere Presidente dell’Ars”.
Contro l’esclusione sociale degli emarginati
“La legge approvata ieri dall’Ars, per il coordinamento degli interventi contro la povertà e l’esclusione sociale, rappresenta un segnale importante per affrontare ed alleviare una condizione di estremo disagio vissuta oggi in Sicilia da un numero significativo di persone costrette ad una vita ai limiti dell’indigenza”. Lo dichiara l’assessore regionale alle Politiche sociali, Antonio Scavone. “Sull’attuazione della norma e delle competenze che la stessa trasferisce all’assessorato alla Famiglia posso assicurare che determineremo in tempi rapidissimi i criteri per l’attribuzione dei benefici finanziari – aggiunge Scavone – , oltre a chiedere alle Ipab, così come disposto dalla legge, di censire gli immobili non utilizzati per gli scopi sociali da mettere a disposizione gratuitamente degli enti locali siciliani al fine di promuovere azioni di sostegno per il ricovero degli indigenti e dei soggetti in condizione di marginalità sociale estrema”.
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Il commento dell’Anci Sicilia
Plausi alla legge anche dall’Anci Sicilia. L’associazione dei Comuni siciliani guidata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha espresso apprezzamento per l’approvazione della legge, ricordando come in Sicilia “la povertà è un fenomeno straripante, acuito gravemente dalla crisi economica scaturita dalla pandemia”. L’Anci lancia l’allarme sulla fine del blocco dei licenziamenti, che potrebbe “implementare sensibilmente il numero delle persone in stato di povertà assoluta”. Per sostenere le persone in povertà “è necessario costruire i servizi territoriali laddove non ci siano e rafforzare quelli esistenti”. Il prossimo passo dovrà essere quello di “semplificare le procedure per l’individuazione delle necessità e per l’assegnazione delle risorse, sviluppando una rete di protezione intorno alle persone in difficoltà”. I Comuni siciliani chiedono di essere “adeguatamente supportati per affrontare un diffuso disagio causato da una profonda regressione economica”. Per questo occorre mettere in campo “le risorse necessarie a porre rimedio a una atavica diseguaglianza rispetto al resto del Paese”.
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Ugl Catania: legge contro il disagio
Sull’approvazione della legge contro la povertà è intervenuta anche la Ugl di Catania, guidata da Giovanni Musumeci. “Come ormai da tempo segnaliamo, ai poveri che già registravamo se ne sono aggiunti altri con questa pandemia e, tra non molto, prevediamo che il numero purtroppo aumenterà”, scrive il sindacato catanese. I nuovi poveri “sono i lavoratori che non riescono più a sostenere le spese per portare avanti la famiglia, con paghe da fame, oppure che hanno perso il lavoro a causa del Covid-19 o che lo perderanno con la conclusione del blocco dei licenziamenti”. Il timore della Ugl è che queste persone “scelgano altre strade sicuramente non legali per cercare di superare il disagio”. La speranza è che la nuova legge “possa essere un forte deterrente ed un valido sostegno”, e che la politica prenda possa “potenziare l’organico dei servizi sociali degli enti locali, allo stato attuale ridotti all’osso nonostante l’apporto dato dai Distretti socio-sanitari”.