Parametri di inquinamento “oltre i limiti di legge” in nove tratti di costa siciliani. Sono i dati raccolti da Goletta verde, la “missione di monitoraggio” di Legambiente sulla qualità delle acque italiane. Su ventiquattro tratti esaminati in Sicilia, oltre un terzo è risultato fuori norma. Tra essi, alcune delle mete più gettonate del turismo nell’isola, dal lungomare di Acitrezza alla foce del fiume Alcantara, fino alle spiagge di Gela, Butera e Castelvetrano. Colpa di impianti di depurazione “inadeguati”, ma anche degli scarsi controlli sulla qualità delle acque. “I dati ci dicono che lo stato della nostra costa non è per niente roseo”, dice Claudia Casa, direttrice di Legambiente Sicilia. A preoccupare è “lo stato di abbandono di alcuni tratti, e il fatto che gli stessi punti risultano inquinati da più di dieci anni”.
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Le coste più inquinate nell’isola
Nel dettaglio, a mostrare forti livelli di inquinamento sono sei tratti di costa: la foce del fiume Delia a Mazara del Vallo (Trapani), la foce del torrente Cansalamone nel comune di Sciacca (Agrigento), la foce del fiume Palma nel Comune di Palma di Montechiaro (Agrigento), e la foce del fiume Alcantara tra i comuni di Calatabiano e Giardini Naxos (tra Catania e Messina) e la spiaggia presso lo scarico del depuratore a Castelvetrano (Trapani). Altri tre tratti risultano fuori norma: la foce del Nocella tra Terrasini e Trappeto a Palermo, la spiaggia presso il torrente Rizzuto a Butera (Caltanissetta) e la spiaggia presso la foce del Gattano a Gela (Caltanissetta).
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Tre quarti degli agglomerati fuori legge
Quello della mancata depurazione è un tema che non riguarda soltanto la Sicilia, ricorda Legambiente. Tre quarti degli agglomerati regionali sono in procedura di infrazione, in quanto “non conformi alla direttiva europea sui reflui”. “L’Italia ha già subito quattro procedure di infrazione, di cui due sfociate in condanne e multe per il mancato allineamento alla direttiva europea”, ricorda Stefano Raimondi, portavoce di Goletta verde. La situazione dell’isola, però è particolarmente critica. Secondo i dati Istat del 2018, il sei per cento dei Comuni siciliani non possiede un servizio di fognatura, per una popolazione di oltre 320 mila abitanti. Oltre il 20 per cento dei Comuni, inoltre, è privo del servizio di depurazione, per circa 660 mila abitanti.
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“Depurazione scarsa o assente”
Numeri che pesano in modo significativo sulla situazione nazionale. “Un terzo degli agglomerati italiani risultati fuori legge insistono nella regione siciliana”, ricorda la dottoressa Casa. Il deficit delle infrastrutture fognarie si ripercuote direttamente sulla qualità delle acque. Le rilevazioni di Goletta verde mostrano “la presenza di batteri di origine fecale”, conseguenza di una “scarsa o assente depurazione”. Come accennato, la situazione non è migliorata nel corso degli anni, anzi. “La foce dell’Alcantara dal 2010 è sempre risultata inquinata, dal 2011 la foce del Gattano e dal 2013 il tratto di mare dove sfociano reflui fognari ad Aci Trezza”, dice la dottoressa Casa.
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“Gli enti preposti corrano ai ripari”
Spesso i controlli mancano del tutto. “Il report ci mostra come la maggioranza dei punti analizzati, 19 su 24, non vengono monitorati dalle autorità preposte”, aggiunge la direttrice di Legambiente Sicilia. “I controlli sono pressoché assenti”, conferma il portavoce di Goletta verde Raimondi. A mancare sono anche le informazioni per i cittadini. “Dei 24 punti monitorati, in ben 22 casi non era presente il cartello sulla qualità delle acque, obbligatorio ormai da oltre cinque anni”. L’auspicio per il futuro, conclude Raimondi, è che le cose possano cambiare. “Ci auguriamo che i risultati delle analisi di Goletta possano essere un motivo in più per correre ai ripari da parte degli enti preposti”.