Ancora una volta la Sicilia è l’ultima regione d’Italia sebbene qualche passo avanti lo ha fatto. Parliamo della gestione dei rifiuti, differenziati e non, i cui dati relativi al 2018, sono stati analizzati da Ispra nel rapporto Rifiuti urbani 2019. L’Italia migliora le sue prestazioni in tema di rifiuti e tra il 2010 e il 2018 è riuscita a passare dal 35 al 58 per cento di raccolta differenziata, ma non tutte le regioni si attestano a questi numeri. Il Nord supera il 67 per cento, il Centro il 54 e il Sud si ferma al 46 per cento.
In Sicilia si raggiunge il 30 per cento
Guardando i numeri regionali salta subito all’occhio che è la Sicilia, con meno del 30 per cento, e in parte il Molise, con il 38 per cento di differenziata, a rappresentare la zavorra del Paese. Nel 2018 la Sicilia è riuscita a raggiungere percentuali simili a quanto otteneva nel 2013 tutto il Sud. Le differenze regionali rimangono quindi tema importante, ma raggiungere alte percentuali non è solo una prerogativa del Nord. In sardegna ad esempio, nel 2018 si è riusciti a superare il 67 per cento e in Campania si arriva al 52.
Venti punti in più dal 2010. Ma Bolognetta è a zero
Anche in Sicilia crescono le percentuali, 20 punti dal 2010 al 2018, e sono molti i Comuni che hanno fatto la loro parte. La svolta, spesso, è rappresentata dall’avvio di un sistema di raccolta differenziata porta a porta, ma non tutti i Comuni l’hanno già attivata. Pensiamo a Catania o a Palermo ad esempio, le più grandi e popolose città siciliane. Qui si registrano, rispettivamente, il 7 e il 10 per cento. La provincia di Palermo è la peggiore delle siciliane con il 19 per cento di rifiuti differenziati ed è anche il territorio in cui c’è il Comune che fa meno raccolta differenziata in assoluto: Bolognetta. Con solo mezzo punto percentuale si può praticamente dire che la raccolta differenziata non la fa. La più virtuosa è la provincia di Caltanissetta (43 per cento), seguita da Agrigento (40 per cento). Ci sono poi Trapani (38 per cento), Enna (36 per cento), Ragusa (33 per cento), Catania (30 per cento), Messina (28 per cento) e Siracusa (26 per cento).
Catania e Trapani le province più virtuose
In ogni provincia i numeri sono altalenanti e se tutti seguissero le regole, le percentuali sarebbero ancora più alte. Ecco dunque che a Caltanissetta, che raggiunge cifre paragonabili a quelle di tutto il Sud, si passa dal 73 per cento di Butera al 17 per cento di Bonpensiere. Nella provincia di Agrigento ci sono le differenze più grandi tra le città. Santa Margherita di Belice supera il 76 per cento mentre Camastra colleziona appena l’uno per cento. La provincia di Catania è tra le più virtuose, insieme a quella di Trapani, con molti Comuni con buone percentuali di raccolta differenziata. A Zafferana Etnea e Licodia Eubea si arriva fino all’80 per cento, ma accanto a questi numeri molto positivi ne ce sono altri negativi. Sono quelli delle città di Catania che, come detto, arriva al 7 per cento, e Castiglione di Sicilia che fa ancora peggio con solo il 3 per cento. A Trapani il Comune che fa meglio è Poggioreale (72 per cento), quello che fa peggio è Castelvetrano (13 per cento).
Trentotto euro al chilo
Gestire i rifiuti siciliani costa 38 euro l’anno per ogni chilogrammo, ovvero oltre 180 euro pro capite. Un numero di poco più alto della media italiana che è di 35 euro per ogni chilo. Nell’isola ci sono 19 impianti di compostaggio, uno per il trattamento integrato aerobico e anaerobico, nove per il trattamento meccanico biologico e 11 discariche. La regione con il costo più alto è la Campania (44 euro annui per chilo), seguita da Liguria e Basilicata (43 euro). In friuli Venezia Giulia invece si paga poco più di 25 euro al chilo pari a 127 euro pro capite.
La soddisfazione dell’assessore regionale Pierobon
“I dati forniti da Ispra premiano il lavoro del governo Musumeci sul fronte dei rifiuti. Tanto c’è ancora da fare, ma il balzo in avanti della Sicilia indica che siamo sulla strada giusta”. Lo afferma l’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, commentando il rapporto Ispra. “Un miglioramento importante – spiega Pierobon – che si riferisce comunque al 2018. Secondo i dati forniti dal dipartimento, l’incremento è ancora più marcato nel 2019 che dovrebbe chiudersi prossimo al 40 per cento. Più che guardare ai numeri e alle classifiche, che scontano anni di ritardi, stiamo concentrando gli sforzi sulla pianificazione e sulla programmazione – prosegue l’assessore – in questo modo stiamo ponendo le basi per consentire all’Isola di raggiungere finalmente l’obiettivo di una gestione ordinaria e virtuosa nel settore dei rifiuti”.