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Sicily Fest London, il Regno Unito mangia Made in Sicilia

L'evento, fondato da Sarah Spampinato, porta nella capitale britannica l'enogastronomia dell'isola. Superando la diffidenza (dei siciliani più che degli inglesi)

Metti arancini, cannoli, musica e luminarie da festa patronale nel cuore della capitale inglese: ecco il Sicily Fest London. Giunta alla sesta edizione, la fiera dell’enogastronomia siciliana fa il bis nel 2019, dopo il primo appuntamento dello scorso maggio. Sì, perché il Sicily Fest piace molto ai londinesi ma soprattutto agli expat. Si tratta di uno street food festival, ma con il classico clima siciliano. “Ho portato a Londra qualcosa di cui la gente ha nostalgia”, spiega Sarah Spampinato, fondatrice e organizzatrice dell’evento.

Storie di ordinaria diffidenza

“Tutto è nato dalla mia follia, dall’amore per Londra e per la mia Sicilia”, spiega Sarah Spampinato. Nella sua Sicilia ci crede, tanto. Peccato che, soprattutto all’inizio, la sua terra non abbia fatto altrettanto. “Noi siciliani, nei confronti dei siciliani, siamo abbastanza stronzi. Siamo convinti che i colleghi milanesi o bolognesi, quando organizzano qualcosa, lo facciano meglio di noi. Ma se un giovane siciliano, donna per giunta, propone un evento internazionale dove il focus è la Sicilia, dove si può fare la vendita al pubblico, lì c’è una chiusura netta, inspiegabile”. Ma, nonostante questo, il festival nato nel 2013 è cresciuto tanto da dover cambiare location. Ora il Sicily Fest si svolge presso la Truman Brewery, complesso di Brick Lane dove, per capirci, si tiene anche la London Design Week.

I cannoli e l’incubo Brexit

Il Sicily Fest è arrivato a registrare 40 mila presenze nell’ultima edizione di maggio. L’organizzazione è costituita da due persone nella sede di Londra, tre in quella di Catania. Quando l’evento è in movimento, il team sale a quindici unità, esclusi personale di sicurezza e di pulizie. Ci sono circa 35 espositori, esclusi gli sponsor. Sarah Spampinato preferisce non rivelare il fatturato della sua attività. Dice però che “che è cresciuto negli anni, tanto da spingerci ad aprire una Ltd a Londra”. Ma dopo aver fatto spiccare il volo alla Sicily Fest, Spampinato ha dovuto confrontarsi con lo spauracchio Brexit. “Non si sa ancora come sarà, non lo sanno nemmeno gli inglesi. Ma se dovesse accadere qualcosa, il primo settore a soffrirne sarà quello dei trasporti”. La manifestazione si regge sugli espositori che dalla Sicilia portano fin nel cuore di Londra i prodotti autoctoni. “Fare una spedizione da qui al Regno Unito oggi ha un costo importante e non abbiamo nemmeno il refrigerato. Con la Brexit il prezzo dovrebbe aumentare e non di poco. A soffrirne sarebbe il prezzo finale del prodotto al visitatore”.

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Cibo e stereotipi

Al Sicily Fest i prodotti più venduti sono arancini e cannoli, insieme a pistacchio, vino dell’Etna e birra siciliana, “anche se il nostro primo sponsor è stato il birrificio artigianale torinese Baladin, cosa che ci è costata qualche complain (“lamentela” in inglese, ndr)”. È possibile trovare aziende che commerciano zafferano siciliano o miele delle api nere dell’Etna. Al momento il Sicily Fest è una manifestazione a ingresso libero, ma proprio l’aumento del 40 per cento ad ogni edizione è costata altre lamentele all’organizzazione. Così Sarah e i suoi hanno deciso di frenare la corsa alle presenze e di stabilire un ticket a partire dalla prima edizione del 2020. Questa crescita è una spia importante per l’enogastronomia siciliana, che sembra poter osare nel Regno Unito. “Le potenzialità siciliane sono legate al buon cibo e alla buona qualità che, insieme con l’amore per lo street food degli inglesi, possono rendere esplosiva questa combinazione”, spiega Spampinato. Con l’aiuto di Dolce&Gabbana e del Commissario Montalbano: “Il loro influsso ha aiutato molto la penetrazione sicula nell’immaginario inglese”.

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Stefania Leo
Stefania Leo
Classe 1982, ho prima imparato a mangiare e poi a scrivere. Le due passioni si sono fuse nel giornalismo. Oggi mi occupo di enogastronomia e tutto ciò che ruota intorno a vino, cibo e territorio.

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