Per Alessandro Albanese il futuro delle imprese è negativo. Bocciata, poi, la classe dirigente e politica della Regione nonché il modello di sviluppo per l’isola. Non usa mezzi termini il vice presidente vicario di Sicindustria: “Non ci aspettiamo un buon anno”. Il problema del settore è atavico, tanto più se, come ricorda, si sono fatte e continuano a farsi scelte sbagliate, “sia per quella che è stata la programmazione che per quello che continuiamo a fare”. Insomma: “Manca un vero modello di sviluppo”.
Governo “nemico” delle aziende
Le colpe, però, non sono solo regionali. “Abbiamo avuto un’involuzione anche a livello nazionale”, afferma Albanese. “L’impresa è l’ultimo baluardo dell’economia, non per nulla siamo il secondo Paese per le esportazioni del manifatturiero dell’Unione europea. E c’è sempre un modo per vessarla. L’abbiamo visto con le ultime tasse che hanno partorito, dalla sugar tax alla tassa sulla plastica. O con le sanzioni sui sequestri per motivi fiscali: una discriminante fortissima”. Secondo il rappresentante degli industriali siciliani andrebbe fatto un ragionamento complessivo: “Se si vuole fare una vera riforma si deve partire dal nodo giustizia”. Non solo. Servono le risorse. Anche per questo spera nelle Zes, perché sono “uno strumento che può aiutare il sistema economico del Sud”.
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Le imprese “mucche da mungere”
Albanese cita l’ex primo ministro britannico Winston Churchill per dire che “le imprese sono viste o come una mucca da mungere o come una tigre da abbattere”. Nonostante le tante difficoltà, comunque, “non mancherà mai la passione, l’aiuto, la concretezza e l’intelligenza delle migliaia di imprese isolane che reggono l’economia della Sicilia. Speriamo che il nuovo anno illumini la politica e la classe dirigente”.