La Camera di commercio a due anni dalla riforma? “Non pervenuta”. Questo il giudizio che le associazioni di impresa e centrali cooperative di Siracusa – Agci, Cna, Confcooperative, Confimprese, Legacoop, Unci, Unicoop e Upla Claai -, danno dell’organismo che ha riunito Catania Ragusa e Siracusa sotto un’unica camera con sede a Catania. Sulla CamCom del sud est, secondo una lettera unitaria delle sigle, “è necessario accendere un faro sulla attuale conduzione ed avviare un dibattito sugli effetti della riforma, sulle esigenze delle imprese del territorio e sulle iniziative necessarie a garantire che queste diventino centrali nelle scelte, anche organizzative, di questa istituzione che sembra avere smarrito la propria principale finalità assegnatale dalla legge”.
Grandi aspettative disattese
“Senza volere infatti entrare nel merito delle notizie apprese in queste ultime settimane dalla stampa – prosegue la nota -, il bilancio sulle attività ad oltre due anni dall’insediamento del consiglio generale e della sua giunta presieduta dal dottor Pietro Agen, è del tutto deludente. La nuova super Camera insomma – nata da una riforma i cui effetti meriterebbero un’attenta riflessione –ha totalmente disatteso le grandi aspettative che il suo processo di realizzazione aveva generato tra le imprese e le loro associazioni. Nonostante la Giunta sia infatti supportata da una maggioranza sulla carta ‘bulgara’ non si riscontrano attività significative svolte a favore delle imprese e si è stati invece fin qui costretti a prendere atto del fatto che la maggiore attenzione nella ricerca di condivisione all’interno della maggioranza è stata ancora una volta purtroppo riposta nella assegnazione di seggi nei consigli di amministrazione delle società controllate o nella stessa giunta camerale”.
Attenzione all’aeroporto di Catania, meno alle imprese
Per le associazioni inoltre “anche il pubblico dibattito ha inoltre chiaramente evidenziato come l’attenzione della governance camerale sia tutta riposta nelle scelte inerenti l’aeroporto di Catania, controllato per oltre il 60 per cento dalla Camera del sud-est, con una totale dimenticanza delle esigenze delle imprese che invece necessiterebbero di servizi a supporto delle proprie attività. Peraltro, come anche segnalato in questi giorni da autorevoli componenti del Governo regionale, che ha, lo ricordiamo, la vigilanza sulla Camera e dirette partecipazioni aeroportuali, anche le scelte in merito a questa importante infrastruttura che costituisce certamente patrimonio dell’intera collettività per le sue evidenti relazioni con lo sviluppo del locale tessuto economico e sociale, e non solo esse, avvengono nella massima solitudine dei vertici camerali, forse anche senza il coinvolgimento della giunta nella sua complessità e certamente senza quello del consiglio camerale”.
“Ragusa e Siracusa, ridotti a portatori di consenso”
“A ciò si aggiunga il fatto che la lontananza della Camera dalle imprese è ancor più avvertita nei territori di Ragusa e Siracusa, ridotti a semplici portatori di consenso senza reali ritorni alle imprese del territorio che hanno subito gli effetti negativi della riforma Madia del sistema camerale la quale non ha portato i risultati promessi e richiede per questo una attenta e profonda rivisitazione. Esemplificativa è a tal proposito, ma non è la sola, la questione dell’aeroporto di Comiso che va indietro senza alcuna presa di posizione da parte della Camera. Le imprese delle province di Catania, Ragusa e Siracusa non avvertono insomma effetti positivi dalla Super Camera del Sud-Est, il cui presupposto era la riduzione dei costi per le imprese le quali, al contrario, hanno assistito al raddoppio dei contributi camerali per mantenere un ente che non sta dando in cambio alcun servizio utile al loro sviluppo”.